Voto di scambio a Pozzuoli: i fari della Magistratura puntati sui mandanti
POZZUOLI – La Procura della Repubblica di Napoli ha accesso i fari sull’episodio di voto di scambio scoperto domenica dai carabinieri a Monterusciello. Dopo aver interrogato i sei giovani fermati in un bar del quartiere e il “tramite”, si cercano i mandanti. L’obiettivo è capire chi ha commissionato la compravendita di voti al fratello dell’affiliato al clan Beneduce-Ferro fornendo soldi. L’uomo, incensurato, è stato anch’egli denunciato a piede libero insieme ai sei giovani fermati e perquisiti nel primissimo pomeriggio di domenica, durante le operazioni di voto per il turno di ballottaggio (motivo per cui il nostro giornale ne ha dato notizia riportando i dettagli solo alle 23.01, ovvero a urne chiuse, per evitare ogni condizionamento sulla scelta da parte degli elettori).
IL SISTEMA – Il sistema del voto di scambio scoperto dai carabinieri era il seguente: il fratello dell’affiliato al clan Beneduce (arrestato nel 2016 durante l’operazione Iron Men) assegnava un numero da uno a 100 all’elettore compiacente il quale, a sua volta, doveva inviare all’utenza telefonica dell’uomo la foto della scheda elettorale dove, accanto, veniva posizionato quel ticket. Una volta ricevuta la prova, sarebbe poi scattata la ricompensa di 50 euro. Sugli smartphone dei perquisiti sono state rinvenute foto di schede già votate con la preferenza al candidato Ismeno (che lo ricordiamo ancora una volta è ritenuto estraneo ai fatti. Il tutto è stato sequestrato dai carabinieri della stazione di Monterusciello coadiuvati dai colleghi del nucleo operativo della compagnia di Pozzuoli al termine di controlli e perquisizioni.