Slitte e animali bipedi: a Pozzuoli scoperti resti di 4mila anni fa
POZZUOLI – Tracce di animali bipedi (uccelli, orsi o addirittura canguri) e solchi riconducibili a slitte, elementi che portano a ipotizzare la presenza di neve o, molto probabilmente, ai resti di un’eruzione. Segni di vita che risalgono a circa quattromila anni fa emersi a dieci metri di profondità durante scavi effettuati a Pozzuoli nel 2009 ma tenuti secretati per sedici lunghi anni nel sottosuolo della necropoli paleocristiana di San Vito. Si tratta nel dettaglio di tagli e solchi di differenti dimensioni e dalla forma rettangolare sviluppata in senso nord-est, sotto il tratto orientale della fondazione del muro settentrionale della necropoli. Oltre alle sepolture, nel sito sono stati individuati a una quota inferiore e sigillati da una strato di lapilli riferibili a un’eruzione vulcanica di età neolitica. Forme da cui è possibile riconoscere due tagli di canali, una traccia del passaggio del mezzo di trasporto – forse una slitta – a Ovest del canale minore, e delle impronte di bipedi di differente misura a Est del canale maggiore. Sempre a San Vito, sito che pullula di storia, un altro studio condotto dal professore di Storia romana ed Epigrafia latina dell’Università di Napoli “L’Orientale” Giuseppe Camodeca ha portato alla scoperta di una tavoletta di epoca Imperiale su cui era riportato un decreto che dettava le linee guida per la sistemazione della Necropoli.
LE SCOPERTE – Momenti di storia che sono stati oggetto del convegno svoltosi ieri presso Villa Elvira, il luogo dei ritrovamenti, e divulgati dall’associazione “Villaggio Letterario”. L’area è stata al centro di una visita guidata, nell’ambito di una serie di eventi che proseguiranno fino al prossimo 12 novembre dal titolo “Preistoria facile nei Campi Flegrei”, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni; Vincenzo Cirillo, consigliere delegato di Città Metropolitana; Vincenzo Barbuto della Riserva di Vivara; Raffaella De Vivo, assessore alla cultura del comune di Quarto; e Francesca Diana, proprietaria di Vivara. “È un momento di grande valore culturale e identitario – ha sottolineato Manzoni – Pozzuoli e i Campi Flegrei sono una terra unica, dove il passato e il presente dialogano costantemente, e dove ogni pietra racconta una storia millenaria”. La serie di incontri, che pone al centro dell’attenzione anche il cibo e il menù dell’età del Bronzo, è stata promossa in ricordo di Giorgio Buchner, archeologo tedesco che ha aperto la strada alla preistoria flegrea con la scoperta dei siti di Vivara e di Ischia. Curatrice della manifestazione Anna Russolillo in collaborazione con Anna Abbate, Francesca Diana e Sonia Gervasio. “Il nostro obiettivo – ha spiegato Anna Russolillo – è raccontare la storia più antica dei Campi Flegrei, quella poco conosciuta ai non addetti ai lavori. Questo ci permette di capire l’origine del nostro territorio e delle persone che lo hanno abitato. Insieme agli studenti dell’ISIS Montalcini di Quarto e del Petronio di Pozzuoli riscopriremo invece le radici per sentirci parte di una storia sempre viva. Un ringraziamento particolare lo voglio rivolgere alla funzionaria archeologica di zona Maria Luisa Tardugno per aver permesso l’esposizione e la divulgazione di questa importante notizia che giaceva nel cassetto dal 2009”
























