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QUARTO/ Soldi per un alloggio popolare, il Comune chiederà i danni ai presunti estorsori

QUARTO/ Soldi per un alloggio popolare, il Comune chiederà i danni ai presunti estorsori
  • Pubblicato11 Luglio 2015

di Alessandro Napolitano

Nicola_Palumbo
Nicola Palumbo, alias “faccia abbuffata”

QUARTO – Il Comune di Quarto si costituirà parte civile nel processo che vede alla sbarra Nicola Palumbo, storico affiliato al clan Longobardi-Beneduce, e altri due imputati. La decisione è stata presa poco dopo le 15, al termine della prima riunione di giunta dell’era Capuozzo.

“O CI PAGHI O VAI VIA” – Il procedimento a carico di “Faccia abbuffata” – questo il nome con il quale Palumbo è noto negli ambienti criminali – vede alla sbarra anche il 32enne Giuliano Palumbo, ed il 52enne Antonio Fruttaldo. Sono accusati di concorso in tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. In particolare i tre, ognuno con un diverso ruolo, avrebbero costretto mediante minaccia un assegnatario di un alloggio popolare a versare ben 10mila euro per entrare in possesso dell’abitazione. Dalle indagini è emerso che Antonio Fruttaldo, per cinque anni e in qualità di ex assegnatario, avrebbe ricevuto 125 euro al mese dalla vittima della tentata estorsione al quale aveva sub-affittato l’alloggio. Una volta completate le assegnazioni delle abitazioni del rione 219 di via De Gasperi, la vittima era diventata ufficialmente assegnataria. Ma per poter entrare in quella casa da vero e proprio proprietario avrebbe dovuto pagare la tangente. Fruttaldo si sarebbe quindi rivolto a Nicola Palumbo. «Vieni nel cantiere che lo zio ti vuole parlare» avrebbe detto Fruttaldo alla vittima, fissando un appuntamento.

L’INTIMIDAZIONE – Era il luglio di un anno fa. «Ti sembra giusta la cattiveria che hai fatto ad Antonio? – avrebbe detto Nicola Palumbo – Lo sai che Antonio è mio cugino? Comunque devi prenderti un impegno a consegnare 10mila euro ad Antonio per la casa. Altrimenti o gli dai i soldi o te ne vai». A questa parole molto poco sibilline seguì l’ultimatum: entro il settembre del 2014 la vittima avrebbe dovuto versare i soldi. Arriva il mese di novembre e, sempre secondo l’accusa, Giugliano Palumbo avrebbe detto all’assegnatario: «Guagliò, per Natale ci devi lasciare la casa, non te lo vogliamo dire più». In altre due occasioni Giuliano Palumbo si sarebbe persino rivolto alla moglie della vittima, sempre intimandole di lasciare la casa quanto prima. Ed invece pochi giorni dopo arrivarono i carabinieri e scattarono le manette. Nicola Palumbo si trova attualmente detenuto nel carcere di Melfi, mentre Giugliano Palumbo a Secondigliano. Antonio Fruttaldo, infine, è agli arresti domiciliari.

RITO ABBREVIATO – Il processo, che si celebrerà con il rito abbreviato, inizierà il prossimo 22 luglio davanti alla Nona sezione penale del tribunale di Napoli. Oltre al Comune di Quarto, assistito dall’avvocato Attilio Belloni, a costituirsi parte civile ci saranno anche la vittima della tentata estorsione e l’associazione antiracket e antiusura Sos Impresa.