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POZZUOLI/ «Nostro figlio rifiutato dalla scuola perché ritenuto vivace e aggressivo»

POZZUOLI/ «Nostro figlio rifiutato dalla scuola perché ritenuto vivace e aggressivo»
  • Pubblicato26 Febbraio 2016
I coniugi Daniela Catullo e Procolo Biondi
I coniugi Daniela Catullo e Procolo Biondi

POZZUOLI – Procolo e Daniela hanno le lacrime agli occhi mentre raccontano la storia del loro piccolo, un bimbo di circa 6 anni, che a settembre dovrebbe iniziare a frequentare il primo anno di scuola elementare. Raccontano di un assurdo rifiuto da parte della scuola “Rodari” di Pozzuoli che li avrebbe messi nelle condizioni di non iscrivere il piccolo perché ritenuto «vivace, aggressivo e irascibile». Parole che a detta dei due genitori sarebbero state pronunciate direttamente dalla dirigente scolastica dell’istituto IC3 Rodari-Annecchino che sorge nel quartiere di Monterusciello. Un racconto che lascia basiti, una vicenda che i coniugi Biondi sono intenzionati a denunciare all’autorità giudiziaria e a portarla in un’aula di tribunale in quanto si ritengono vittime di “un’assurda discriminazione dettata da pregiudizi”. Ma veniamo al racconto dei fatti fornito da Procolo Biondi e Daniela Catullo al nostro giornale, che resta a disposizione dell’istituto IC3 Annecchino-Rodari per un’eventuale replica di parte.

IL RACCONTO – «Abbiamo partecipato all’Open day presso l’istituto Rodari di Monterusciello per iscrivere il bimbo, che oggi frequenta la scuola Montessori, al primo anno di scuola elementare  – raccontano i coniugi Biondi – La nostra intenzione era di iscrivere il bambino a 40 ore anziché a 28 ore. Ma dopo qualche giorno veniamo contattati da una mamma di un altro alunno la quale ci dice che la dirigente voleva incontrarci. Con stupore il 5 febbraio ci rechiamo a scuola e durante l’incontro ci comunica che non poteva accettare l’iscrizione perché il nostro bambino è aggressivo, vivace e irascibile, dicendoci esplicitamente “Non iscrivete il bambino che io respingo l’iscrizione” e che se l’avessimo fatto l’avrebbe mandato a visita neuro-psichiatrica e nel caso di un nostro rifiuto avrebbe attivato i servizi sociali. A quel punto – prosegue la coppia nel racconto della propria versione dei fatti – siamo rimasti pietrificati, ci siamo sentiti come se qualcuno ci avesse dato un pugno nello stomaco e davanti alla nostra richiesta di spiegazioni la dirigente scolastica si è giustificata dicendo che nel programma a 40 ore c’era una bambina autistica pertanto non era possibile inserirlo, mentre se avessimo scelto le 28 ore l’avrebbe accettato.

DISCRIMINAZIONE DA DENUNCIARE – La cosa assurda – proseguono Procolo e Daniela – è che la dirigente ha detto tutto ciò senza conoscere nostro figlio, senza averlo mai visto. Praticamente a 6 anni il nostro bambino è stato condannato e nei suoi confronti è stata emessa una sentenza senza conoscerlo, mentre noi siamo stati convocati a scuola senza nemmeno iscrivere nostro figlio ma solo per aver espresso a qualche genitore una nostra volontà. Nostro figlio è stato trattato come un terrorista. Se c’è qualche mamma che non ci sopporta la dirigente non può prestarsi a certi giochetti. Ci auguriamo che gli enti preposti intervengano perchè sono bimbi e non vanno discriminati. Siamo rimasti malissimo, è stato come ricevere un pugno nello stomaco. – aggiungono Procolo e Daniela che hanno poi chiesto spiegazioni alle attuali docenti del piccolo – Le maestre dell’asilo dove ora si trova nostro figlio ci hanno detto che la cosa non era vera, che non avevano fatto alcuna relazione alla dirigente e che il bambino è vivace ma non certamente pericoloso. Ora lo abbiamo iscritto alla scuola Elsa Morante, sempre a 40 ore. Siamo mortificati come genitori davanti a una simile discriminazione. Siamo stati male per giorni, la mattina ci svegliavamo con un dolore allo stomaco. Fortunatamente nostro figlio non ha capito nulla di quanto è accaduto, ma  anche se non lo iscriveremo più in quella scuola vogliamo andare avanti e denunciare tutto agli enti preposti».