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Medici e infermieri dell’ospedale di Pozzuoli in prima linea contro il nemico invisibile

Medici e infermieri dell’ospedale di Pozzuoli in prima linea contro il nemico invisibile
  • Pubblicato30 Marzo 2020

POZZUOLI – Sorseggiare una tazza di caffè in compagnia di un amico mentre si è seduti al tavolino del bar, fare acquisti per le vie del centro, ascoltare la lezione della maestra, discutere la tesi di laurea in un’aula affollata, cenare a lume di candela con la persona che si ama, festeggiare il giorno delle nozze con tutti gli amici e i parenti. Quello che prima sembrava scontato, naturale, ora è un miraggio. Qualcosa che si ha difficoltà anche a programmare, a segnare sul calendario. La quotidianità, quella fatta di strette di mani e di abbracci, è stata cancellata dall’emergenza Coronavirus che in poche settimane ha completamente stravolto la vita di tutti noi. Troppi i contagi che si contano ogni giorno. Troppi i decessi. Ancora lunga, al momento, la strada per il vaccino.

L’APPELLO – Anche la città di Pozzuoli, in questi giorni, fa la conta dei positivi di Covid-19. Ad oggi sono 27 i casi in totale, di cui 19 attualmente contagiati, due in via di guarigione, una persona guarita definitivamente e cinque decessi. L’ospedale Santa Maria delle Grazie è stato il primo in Campania ad accogliere i pazienti provenienti dal Cotugno. E da una decina di giorni anche gli altri nosocomi dell’Asl Napoli 2 Nord hanno aperto le porte ai pazienti Covid-19. Gli ospedali sono stati autorizzati ad attivare il protocollo sperimentale che prevede l’utilizzo del farmaco antiartrite Tocilizumab. I turni sono massacranti. Spirito di sacrificio e senso di responsabilità la fanno da padrone nell’area Covid-19 allestita nell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. E non manca la paura. La lotta contro il nemico invisibile non è una battaglia semplice per nessuno. Infermieri e medici da settimane sono in prima linea come guerrieri; al posto dell’armatura indossano una tuta bianca. I dispositivi di protezione individuale sono l’unico strumento per difendersi. «Restate a casa. Se avvertite sintomi parainfluenzali, non vi recate né dal medico di base, né in ospedale, ma chiamate il 118 o il numero 1500», è l’appello che parte dal personale della ‘Schiana’. Non resta, allora, che attenersi alle misure adottate dal governo per porre un freno ai contagi e alla diffusione del virus Covid-19. Il tunnel sarà anche lungo, ma in fondo non può non esserci la luce.