Close
Notizie flash Primo Piano

LA STORIA/ Da Pozzuoli per salvare una vita in Libia – LE FOTO

LA STORIA/ Da Pozzuoli per salvare una vita in Libia – LE FOTO
  • Pubblicato3 Giugno 2016

missione in libia (11)POZZUOLI – Il loro lavoro è salvare uomini, donne e bambini in ogni posto del Mondo e in zone di guerra. Due angeli partiti da Pozzuoli per soccorrere un uomo ferito gravemente in Libia. Una missione piena di insidie e pericoli, andata in scena in un territorio dove da mesi gli europei non mettevano più piede a causa dei conflitti che stanno dilaniando il paese. Ma per il medico anestesista rianimatore Pietro Internicola e l’infermiere Fabio Stifano (entrambi di Pozzuoli) e l’equipaggio dell’aeroambulanza della Medicalfly tutto ciò passa in secondo piano quando c’è in gioco una vita umana. Così sono partiti alla volta di Tripoli, direzione aeroporto militare di Tripoli Mitiga, ex terminal di Gheddafi, controllato da una milizia vicina al Governo e in lotta contro l’ISIS. Oggi in quell’aeroporto non c’è più nulla, tutto è distrutto e il traffico aereo è controllato da un uomo all’interno di un container attraverso un pc portatile.

missione in libia (9)IL SALVATAGGIO – Lo staff medico ha evacuato un giovane paziente di 30 anni con passaporto irlandese colpito al volto da una raffica di kalashnikov. Un ferimento di cui non si conoscono i motivi. L’uomo da Tripoli è stato portato a Vienna passando per Malta perché è al momento è vietato sorvolare i cieli europei se si proviene dalla Libia. «Dopo aver verificato le condizioni di sicurezza abbiamo accettato di partire per la Libia – racconta il dottor Internicola – fondamentale per ridurre i rischi era rimanere non più di 30 minuti a terra. L’aeroporto era pieno di personale armato in borghese, c’erano segni di proiettili ovunque. Con me c’era un infermiere, Fabio Stifano esperto come me in evacuazioni mediche da luoghi di guerra. Ad oggi siamo gli unici civili europei ad aver volato in Libia in questi periodo. Il ragazzo era critico, intubato con danni cerebrali diffusi. Uno dei proiettili aveva perforato l’occhio sinistro e dei frammenti erano nel cervello in fossa cranica posteriore»

missione in libia (6)IL VIAGGIO – Tanti i pericoli legati a questo ennesimo viaggio della speranza in Libia. L’aereo è partito da Bari alle 11 locali per poi giungere a Tripoli alle 13.30 e ripartire alle 14.30 dove hanno fatto tappa alle 15.30 prima di raggiungere Vienna dopo due ore. L’equipaggio era composto dal comandante Elio Rullo, un copilota, dal medico anestesista rianimatore Pietro Internicola e dall’ infermiere Fabio Stifano, coordinati da terra dal medico anestesista Roberto Sorrentino. Tutti con esperienza di oltre 200 missioni di Medevac (Medical Evavuation) da zone di guerra e scenari difficili.

missione in libia (15)CONDIZIONI CRITICHE «La prima cosa che ho notato – prosegue il medico puteolano – è che l’aeroporto che ricordavo non esisteva quasi più. Veicoli di servizio trivellati dai proiettili, uomini armati ovunque. C’era molta diffidenza verso noi italiani, e pensare che solo un paio di anni fa eravamo accolti invece con grande ospitalità. Al nostro arrivo il giovane paziente appariva subito in condizioni critiche, il trauma da arma da fuoco al volto lo aveva devastato. Era intubato, collegato al ventilatore meccanico. Lo abbiamo rapidamente imbarcato grazie all’ausilio della nostra sliding stretcher. Un folto numero di persone apparentemente locali accompagnava fino in pista il paziente. Stabilizzato il paziente prima della messa in moto, siamo poi velocemente decollati alla volta di Malta per poi giungere a Vienna dove quell’uomo è giunto in condizioni cliniche stabili nella sua gravità». 

LE FOTO