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Con software “pirata” resettano cellulari rubati per rivenderli, 2 arresti

Con software “pirata” resettano cellulari rubati per rivenderli, 2 arresti
  • Pubblicato6 Febbraio 2014
In manette due marocchini per ricettazione

NAPOLI – La tecnologia in mani pericolose può dare cattivi frutti. Tra i dispositivi “pirata” e gli strumenti all’avanguardia esiste anche il modo per sbloccare telefonini rubati, così da rivenderli. Per questo motivo sono stati arrestati, per il reato di ricettazione, due uomini marocchini. Ieri pomeriggio, i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli, hanno notato i due stranieri mentre con fare furtivo e circospetto attuavano la compravendita di uno smartphone.

LA STORIA – Il fatto è avvenuto in piazza Mancini a Napoli verso le 14 dove gli agenti hanno visto R.M. 31enne residente a Pagani (Sa) consegnare nelle mani di D.B. 33enne senza fissa dimora, un telefono Samsung S4 bianco e ricevere in cambio una banconota da 50 euro. Il fatto ha subito insospettito i poliziotti che hanno fermato i due e li hanno condotti in Questura per avere chiarimenti circa l’origine del telefonino. Tanto il venditore quanto l’acquirente hanno negato lo scambio denaro e telefono nonché  il fatto di conoscersi.  R.B. è stato pertanto perquisito e trovato in possesso della banconota da 50 appena ricevuta e di due particolari pen drive.

RESETTANO I CELLULARI – Le due “chiavette”, subito sequestrate, contenevano file di ripristino per software Apple di vari modelli, verosimilmente utilizzabili per il resettaggio delle impostazioni iniziali ed il ripristino degli IPhone attraverso una procedura da seguire mediante connessione alla rete ed in grado di aggirare il blocco delle funzioni attuato dai gestori telefonici in caso di furto. Questa procedura consente infatti lo sblocco del telefono mascherando il codice identificativo del telefono, baipassandolo con un altro codice virtuale reso disponibile dalla rete web. Al marocchino sono stati sequestrati anche dei cavi originali Apple, gli unici i grado di consentire il resettaggio ed il ripristino delle impostazioni iniziali attraverso il collegamento alla rete. I due marocchini sono stati quindi denunciati in stato di libertà ed il telefono oggetto della vendita sequestrato.