Close
Notizie flash

Armati di coltello minacciano il negoziante «Non aprire che fai concorrenza»

Armati di coltello minacciano il negoziante «Non aprire che fai concorrenza»
  • Pubblicato8 Ottobre 2015
m_7pw9NAPOLI – Non volevano il pizzo, ma impedire la concorrenza evitando l l’apertura di un nuovo negozio. E’ quanto scoperto dai carabinieri della compagnia di Bagnoli che hanno arrestato per estorsione danneggiamento e minacce tre persone e denunciato un minorenne. Si tratta di Raffaele Riccio, 33enne napoletano, già noto alle forze dell’ordine; Salvatore Vicedomini, 28enne napoletano, anch’egli già noto alle forze dell’ordine; Francesco Bevilacqua, 22enne napoletano; mente è stato denunciato a piede libero per gli stessi reati un 17enne di Napoli.
LE INDAGINI – dei militari di Bagnoli è iniziata i primi del mese, a seguito della segnalazione del danneggiamento ad opera di ignoti di tre furgoni appartenenti al titolare di un esercizio situato in quella zona di imminente apertura legato ad una nota catena di distribuzione di elettrodomestici. Nei giorni successivi al danneggiamento dei veicoli, gli operai, impegnati nel completamento dei lavori per l’apertura del negozio, avrebbero subito avvicinamenti e pesanti minacce da parte di personaggi armati di coltello, minacce chiaramente finalizzate alla sospensione dei lavori per impedire l’avvio della nuova attività.
IL BLITZ – Ieri pomeriggio, i militari in borghese della Compagnia di Bagnoli, hanno fatto un servizio di osservazione a distanza posizionandosi nei pressi del centro di prossima apertura. Alcuni dipendenti hanno iniziato a spostarsi per distribuire volantini promozionali. I carabinieri li hanno seguiti, fino ad assistere (in via Diocleziano) alla scena in cui quattro persone si sono avvicinate ai dipendenti e, minacciandoli con un coltello, hanno loro intimato di smettere con la distribuzione. A questo punto i carabinieri sono piombati sui quattro (i tre maggiorenni e il minorenne), bloccandoli e disarmandoli.
LE MINACCE – Raccogliendo tutti gli elementi possibili (compresi messaggi nelle conversazioni telefoniche dei fermati) i militari hanno ricostruito tutti i passaggi con frasi e appuntamenti utili a definire la chiara attività estorsiva in atto. La sorpresa è stata scoprire non trattarsi di estorsori emissari di gruppi camorristici, bensì di persone legate ad altri esercizi commerciali della stessa catena di distribuzione situati in altre aree cittadine. Verosimilmente gli estorsori volevano impedire l’apertura del nuovo esercizio per “limitare la concorrenza”. Dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati accompagnati al carcere di Poggioreale.