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QUARTO/ Fece uccidere un affiliato “traditore”, nuova ordinanza per Giuseppe Polverino

QUARTO/ Fece uccidere un affiliato “traditore”, nuova ordinanza per Giuseppe Polverino
  • Pubblicato25 Febbraio 2016
Il boss Giuseppe Polverino, già condannato a 17anni di carcere
Il boss Giuseppe Polverino, già condannato a 17anni di carcere

QUARTO – Un omicidio pianificato in Spagna e poi”affinato” a Quarto, nel corso di una riunione a cui partecipò anche l’allora primula rossa Giuseppe Polverino. E’ quello in cui fu morì Giuseppe Candela, detto “Peppe 13 anni” affiliato al clan e fatto fuori dai suoi stessi “colleghi” per aver stretto rapporti con gruppi concorrenti nella gestione dello spaccio di droga.

LA PIANIFICAZIONE – Per quell’omicidio sono state emesse quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti affiliati. I destinatari sono lo stesso Giuseppe Polverino, Biagio Di Lanno, Giuseppe Simioli e Raffaele D’Alterio. Era il15 luglio del 2009, quando i sicari spararono contro l’uomo sei colpi di pistola. La pianificazione avvenne nella lussuosa villa in cui viveva da latitante Giuseppe ‘o barone Polverino. Poi il summit a Quarto, in un “covo” in aperta campagna, lontano da occhi indiscreti. Giuseppe Polverino arrivò dalla Spagna proprio per seguire da vicino l’organizzazione dell’omicidio.

“EPURAZIONE INTERNA” – «La morte di Candela, storico affiliato al clan, che si era poi allontanato dalle dinamiche criminali interne per seguire autonomamente il traffico di stupefacenti con altri gruppi, rappresenta – ha spiegato il procuratore aggiunto Filippo Beatrice, che ha coordinato le indagini dei pm antimafia Woodcock e Di Mauro – un episodio di epurazione interna alla medesima consorteria camorristica che non tollerava l’atteggiamento sprezzante e irriguardoso assunto dal vecchio affiliato nei confronti dei suoi ex sodali. I provvedimenti cautelari sono stati emessi anche dopo avere esaminato le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, un tempo al soldo dei Polverino, uno dei quali coinvolto nella fase organizzativa ed esecutiva dell’agguato che ha dato ulteriore prova della disponibilità di micidiali armi da parte del clan».

IL PENTITO – I destinatari delle ordinanze, tranne Simioli che è latitante, sono già detenuti. Biagio Di Lanno, detto “la papera”, venne catturato a Quarto nel giugno del 2011, dopo essere sfuggito al blitz nel corso dell’operazione “Polvere”, quando vennero emesse ben 39 ordinanze custodiali. Di Lanno tentò di scappare saltando su un tetto si una palazzina, ma i carabinieri avevano circondato l’intera struttura. L’anno successivo, poi, la decisione di collaborare con la giustizia.