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QUARTO/ Candidato a Sindaco, è lotta fratricida nel PD

QUARTO/ Candidato a Sindaco, è lotta fratricida nel PD
  • Pubblicato6 Febbraio 2015

di Alessandro Napolitano

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Scontro nel PD di Quarto

QUARTO – No all’assemblea degli iscritti per decidere il candidato sindaco del partito. Ed invece quell’assemblea si farà. Tutto in poche ore. Non sembra regnare il massimo della concordia nel Pd di Quarto. In pochi giorni la convocazione degli iscritti prevista ad iniziare da domani, è stata prima annullata dalla commissione provinciale di garanzia dei democratici. Per poi essere nuovamente riammessa dal segretario provinciale dei dem, Venanzio Carpentieri.

CONFUSIONE TOTALE – A decidere che l’assemblea non si sarebbe più svolta, è stato un organo che in realtà non aveva competenza in materia. Così ha spigato Carpentieri, in serata. Ma nel frattempo il clima già tesissimo che si respirava all’interno del partito ha ricevuto nuovi impulsi. A colpi di accuse reciproche tra le due “fazioni”: da una parte quella maggioritaria guidata dal segretario Dinacci; dall’altra quella che vede a capo Granato, oppositore interno.

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Da sinistra: Francesco Dinacci e Antonio Granato

L’ASSEMBLEA S’HA DA FARE – Facciamo un passo indietro. Nei giorni scorsi la segreteria cittadina aveva indetto l’assemblea che avrebbe coinvolto tutti i tesserati. Con una maggioranza dei tre quinti avrebbe dovuto approvare il documento politico che, di fatto, avrebbe portato l’attuale segretario Dinacci a candidarsi alla carica di primo cittadino. Tre giorni, dal 7 al 9 febbraio prossimi, tra discussioni e operazioni di voto che avrebbero coinvolto ben 554 iscritti. Evitando così le primarie. Ma c’è molto di più. La guerra che da tempo si combatte all’interno del partito, tra Dinacci e Granato, ha vissuto nuove battaglie. Granato ha puntato ancora una vlta il dito contro l’attuale guida del partito a livello locale. Parlando di un “imbroglio” che la dirigenza quartese dei democratici avrebbe organizzato attraverso il mancato rispetto di diversi accordi. Non ultimo proprio quello di evitare di “sfruttare” l’assemblea degli iscritti per evitare le elezioni primarie. Ci va giù pesante Granato: «Nonostante si autoproclami maggioranza del circolo non riesce a svolgere un congresso, poi, per il bene della nostra comunità ci chiedono di rinunciare alla stato di conflitto e di eleggere Dinacci come segretario. Perché, anche se possibile competitor alla carica di singolo, non abuserà del ruolo di segretario e comunque, e in ogni caso, la selezione del candidato sindaco avverrà con il metodo delle primarie, siano esse di partito o di coalizione. E, ad ulteriore garanzia di ciò, è intervenuto alla celebrazione del congresso cittadino del 26 giugno scorso il segretario provinciale Venanzio Carpentieri».

TESSERAMENTO “A TAVOLINO” – Granato, poi, sposta l’attenzione sul tesseramento dello scorso dicembre che in pochi giorni avrebbe raggiunto una cifra pari a ben 554 iscritti. Ma secondo Granato si tratterebbe di iscrizioni “a tavolino” per far schizzare la quota necessaria per far sì che le primarie non si svolgessero, proprio come voluto da Dinacci: «Il circolo del Pd di quarto, nel dicembre 2014 e prima di quest’accordo ha eseguito nelle giornate dedicate al tesseramento, poche decine di adesioni, dopo aver promesso il non utilizzo degli iscritti per evitare le primarie. Negli ultimi giorni dell’anno, tra Natale e Capodanno, ha compiuto diverse centinaia di adesioni “a tavolino”, raggiungendo la considerevole cifra di 554 iscritti (l’anno prima erano 187) più una dozzina di giovani democratici il cui congresso non si è mai svolto. Inoltre, a fronte di un tesseramento cosi alto, il circolo dovrebbe aver incassato 8.864 euro, di cui abbiamo chiesto fare il rendiconto che ad oltre un mese di distanza non ci è stata ancora fornita». Chiara la volontà di una “chiamata alle armi” degli iscritti con il solo obiettivo di far candidare Dinacci evitando il rischio delle primarie.

PATTI CHIARI, INIMICIZIA LUNGA – Ne è convinto sempre Granato: «Infrangendo quindi tutti gli impegni politici, con membri della loro stessa comunità politica, al fine di evitare le primarie, visto che non ci sono altri strumenti, la maggioranza economica (perché basata esclusivamente sull’acquisto di tessere) prova a convocare una assembla degli iscritti. E visto che la larghissima parte di questi iscritti sono figli del metodo sopra indicato, al fine di raggiungere l’obbiettivo della maggioranza qualificata, cosa si sono inventati? Una convocazione di un’assemblea con voto aperto per tre giorni. Tenendo presente che le primarie, ove si svolgono, sono aperte a tutti e prevedono una sola giornata dedicata al voto, è evidente che una consultazione per definizione più ristretta perchè dedicata ai soli iscritti, non può essere allargata a più giorni». Per Granato, tutto ciò non è altro che un imbroglio: «Ove l’attuale maggioranza economica di questo circolo, volesse proseguire sulla strada annunciata di una convocazione pretestuosa e preconfezionata, è giusto che loro e la città sappiano che questo è un imbroglio. E’ un imbroglio politico, per la ragione già espresse, ma è anche un imbroglio giuridico attraverso il quale vorrebbe individuare il candidato sindaco del Pd e del centrosinistra».

“SOLO MENZOGNE” – La battaglia di Granato non si fermerà qui, annunciando già due ricorsi: uno amministrativo ed un altro “civile”. Ma alle accuse di Granato sono subito seguite le difese del diretto interessato: «Sono tutte menzogne, non è vero nulla. Nessun tesseramento gonfiato, già ad inizio dicembre avevamo raccolto circa 80 iscrizioni. E poi la regolarità del tesseramento è stata certificata dallo stesso Granato, apponendo la sua firma in calce a questo documento – dice Dinacci mostrando, appunto, il documento con ben cinque firme tra le quali quella del suo accusatore – Se abbiamo scelto di evitare le primarie è solamente per non rompere l’alleanza che abbiamo fino ad oggi costruito con altre realtà politiche ed associative della città. E non ultimo per evitare una possibile infiltrazione della camorra». Eppure lo stesso rischio sarebbe potuto esserci anche durante il tesseramento. «No, perchè qui abbiamo ricevuto l’ok da parte dell’ufficio provinciale adesioni». Certo, anche se si tratta di un giudizio postumo e non preventivo. Al di là dei tecnicismi, dei regolamenti e dei ricorsi, resta il fatto che da domani 554 iscritti al partito dovranno votare innanzitutto il non ricorso alle primarie. Che di fatto equivarrà a scegliere il candidato sindaco del Pd. E cioè Francesco Dinacci.