Close
In Evidenza Notizie flash Quarto

QUARTO/ Appello dei volontari al Ministro della Giustizia: «Stateci vicini»

QUARTO/ Appello dei volontari al Ministro della Giustizia: «Stateci vicini»
  • Pubblicato28 Settembre 2015
Da sinistra il sindaco Capuozzo, il ministro Orlando e don Gennaro Pagano
Da sinistra il sindaco Capuozzo, il ministro Orlando e don Gennaro Pagano

QUARTO – Un aiuto concreto, maggiore vicinanza e snellimento della burocrazia. E’ stata questa la richiesta formulata al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in visita al centro educativo Regina Pacis. A porgli la questione il direttore della struttura, don Gennaro Pagano. Il Regina Pacis ospita minori che hanno avuto esperienze detentive nel carcere di Nisida, ma anche minori migranti. Ed è proprio attorno alla gestione delle pene alternative che si sono concentrate le richieste del direttore del centro.

LE RICHIESTE – «Non vogliamo soldi, ma una maggiore vicinanza dello Stato a strutture come queste – ha sottolineato don Pagano – Per risolvere i tanti problemi dei minori a rischio qui a Napoli bisogna non solo investire sulle forza di polizia e sicurezza. Ma occorre un maggiore sforzo sull’educazione ed è ciò che facciamo in questo centro ogni giorno. Tutto a totale carico della Caritas diocesana con un risparmio per le casse dello Stato di circa 400mila euro negli ultimi anni. Ma per fare tutto ciò andiamo in contro a mille difficoltà, ad una burocrazia lenta e a leggi su leggi, continui impedimenti con le forze dell’ordine e con gli enti locali Una maggiore vicinanza dello Stato ci farebbe sentire meno soli».

LOTTA ALLA CAMORRA – Per il ministro Orlando è determinante l’operato dei volontari e dell’educazione che viene data agli ospiti del centro: « Qui combattiamo una battaglia tra Stato e camorra. Questa battaglia è soltanto la punta dell’iceberg. Noi non vinciamo soltanto con più poliziotti. Ma se diamo invece una mano ai presidi, ai parroci, alle associazioni. Su questo risulta fondamentale il lavoro che possiamo fare sul fronte dell’esecuzione della pena. Il carcere resta una dimensione imprescindibile, ma da solo non basta. E’ giusto che venga sviluppata una rete di volontariato, lo Stato da solo non riesce a fare tutto. La repressione è altrettanto importante, ma se c’è solo essa ad ogni arresto ci sarà qualcun altro che prenderà subito il posto di chi è finito in manette. Il sistema detentivo minorile italiano è all’avanguardia in Europa e stiamo cercando di trasferire le competenze acquisite anche nel mondo della detenzione per gli adulti. Il vostro lavoro è enormemente importante. La vittoria contro la criminalità potrà arrivare grazie a strutture come queste e a persone come voi».