QUARTO/ Abbattimento in via Beccali, sos al prefetto per sospendere la procedura
QUARTO – La famiglia Fabozzi non è sola. Cittadini, politici, sacerdoti, associazioni. Sono tanti a dare forza ai proprietari della palazzina di via Luigi Beccali, a Quarto. Il Tribunale ha disposto la demolizione dell’immobile perché le concessioni edilizie non risultano legittime, ma da giorni la comunità quartese si sta mobilitando perché la palazzina non venga buttata giù. Striscioni, fiaccolate, momenti di preghiera stanno facendo da cornice a queste giornate così concitate. «Abbiamo manifestato al prefetto di Napoli la non opportunità a procedere, a maggior ragione in questa fase così delicata di emergenza sanitaria, oltre che sociale ed economica. Provvedimenti come questo, in questo momento, hanno la necessità di essere sospesi. Noi continueremo a stare vicini alle famiglie», dichiara il sindaco di Quarto, Antonio Sabino.
LA STORIA – La palazzina in via Beccali è stata innalzata negli anni Novanta. La famiglia Fabozzi ha speso 100 milioni di vecchie lire per il condono del 1994. Tre anni fa l’inizio dell’incubo: la notifica di un ordine di demolizione. A schierarsi dalla parte della famiglia Fabozzi c’è anche don Gennaro Guardascione, parroco della chiesa Gesù Divin Maestro di Quarto, che ieri sera ha organizzato un momento di preghiera davanti alla palazzina di via Beccali. «Ci vediamo per pregare e manifestare, con le dovute distanze, il nostro no ad ogni forma di violenza e sopruso mascherato dal senso di giustizia», le parole del sacerdote. Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere comunale Rosa Capuozzo: «Una sentenza a dir poco vergognosa sta mettendo in mezzo alla strada quattro oneste famiglie di Quarto, abbattendo la palazzina in cui vivono. Famiglie che per 22 anni hanno seguito tutte le pratiche necessarie, speso centinaia di milioni di vecchie lire per mettersi in regola, versato imposte al Comune che aveva dato tutti i permessi, oggi vedono rigettati in modo anomalo tutti i loro ricorsi. Invitiamo tutti gli esponenti politici – al di là del loro colore – di avviare qualsiasi istanza perché la Procura prenda tempo e rivaluti l’ordinanza di demolizione. In questo periodo di emergenza sanitaria sarebbe un ulteriore problema per queste famiglie che hanno figli minori».