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POZZUOLI/ Ucciso durante una rapina, dopo 6 anni nessuna giustizia per Giuseppe Minopoli

POZZUOLI/ Ucciso durante una rapina, dopo 6 anni nessuna giustizia per Giuseppe Minopoli
  • Pubblicato17 Dicembre 2014

di Alessandro Napolitano

La guardia giurata uccisa il 6 settembre del 2008
La guardia giurata uccisa il 6 settembre del 2008

POZZUOLI – Due anni fa l’onorificenza più importante: la medaglia d’oro al valor civile consegnata dall’ex Prefetto di Napoli Andrea De Martino. Ad oltre sei anni dalla sua morte, però, ancora nessun colpevole. E’ l’amara vicenda di Giuseppe Minopoli, la guardia giurata uccisa durante un tentativo di rapina. Era il 6 settembre del 2008. Da quel giorno, da quando il 37enne venne colpito da due colpi di pistola all’interno di una pizzeria di Monterusciello, parenti ed amici attendono ancora giustizia. Fino ad ora, purtroppo, a far luce sull’omicidio, solo alcune dichiarazioni da parte di collaboratori di giustizia. Tra questi Francesco De Felice che durante un interrogatorio del gennaio del 2009, dunque pochi mesi dopo quel tragico episodio di sangue, riferì ai magistrati dell’Antimafia: «All’epoca ero ancora detenuto e quindi conosco i fatti solo per sentito dire – riferì il pentito, indicando poi il nome di due storici affiliati al clan, uno dei quali come autore materiale dell’omicidio – Ho sentito parlare di questa vicenda allorquando sono stato scarcerato, mentre mi trovavo nel garage del Pagliuca (Salvatore Pagiuca, detto Totore ‘o biondo, ndr) dove ci riunivamo a chiacchierare».

L'assessore Filippo Monaco con Luigi Minopoli, il padre di Giuseppe
Luigi Minopoli, papà della guardia giurata uccisa, insieme all’ex assessore alla Provincia Filippo Monaco

IL PENTITO E LA PUNIZIONE – De Felice aggiunge anche che era intenzione del suo “gruppo” di uccidere il presunto autore materiale del tentativo di rapina finita con la morte di Giuseppe Minopoli. «Dopo l’uccisione della guardia giurata, l’attenzione delle forze dell’ordine si era particolarmente concentrata su Pozzuoli. Avevamo pensato di ammazzarlo di sera, in occasione dell’ingresso dello stesso nel carcere di Secondigliano, dove egli rientrava la sera, appunto, perché in regime di semilibertà. Sennonché, dopo aver escogitato questo piano, i Lo Russo non ci dettero la necessaria approvazione, in quanto in buoni rapporti con il Beneduce».

L’IDENTITA’ DEGLI ASSASSINI – Pochi mesi dopo queste dichiarazioni, nel marzo del 2009, lo stesso De Felice aggiungerà «Sono a conoscenza che hanno commesso la rapina a Monterusciello in cui è rimasta uccisa una guardia giurata». Parole pronunciate dopo aver visionato due fotografie riguardanti gli affiliati indicati come i presunti autori del fatto. Alle dichiarazioni di De Felice si sarebbero poi aggiunte anche quelle di Rosario Solmonte, altro collaboratore di giustizia che nel giugno dello stesso anno riferì: «Sono attualmente nel mirino del clan poiché gli attribuiscono le molte rapine fatte a Pozzuoli e per l’uccisione della guardia giurata a Monterusciello». Come visto, dunque, per i “pentiti” del clan non ci sarebbero dubbi sull’identità degli esecutori della rapina in cui morì la guardia giurata. Ma ad oggi di processi e condanne per quella tragica storia non ce n’è traccia.