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Pozzuoli ospita la seconda edizione del Premio Nazionale Giuseppe Salvia: tutti i riconoscimenti – LE FOTO

Pozzuoli ospita la seconda edizione del Premio Nazionale Giuseppe Salvia: tutti i riconoscimenti – LE FOTO
  • Pubblicato12 Aprile 2024

POZZUOLI – È la città di Pozzuoli ad aver ospitato oggi la seconda edizione del “Premio Nazionale Giuseppe Salvia”, istituito dall’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria (ANPPE). La cerimonia si è tenuta questa mattina presso l’Accademia Militare dell’Aeronautica in via San Gennaro Agnano.  «Il premio consiste in un attestato di encomio attribuito agli operatori della Sicurezza, delle Forze Armate e del Soccorso pubblico che si sono contraddistinti, sul territorio e in prima linea, per particolari meriti nel campo del contrasto alla criminalità diffusa e a favore della sicurezza sociale e vuole altresì valorizzare l’operato e l’abnegazione delle donne e degli uomini in uniforme nel prevenire e contrastare i fenomeni delinquenziali e criminosi, anche di stampo mafioso», le parole del presidente nazionale dell’ANPPE, Donato Capece. All’iniziativa hanno preso parte numerose autorità istituzionali, militari e religiose, tra cui: il Sottosegretario di Stato Wanda Ferro in rappresentanza del Governo; il viceministro degli Affari Esteri Edmondo Cirielli; il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo; il Presidente Nazionale dell’ANPPE Comm. Donato Capece. Presenti tra il pubblico: il presidente del Consiglio di Stato, avvocato Luigi Maruotti; il neo presidente della scuola di Medicina e Chirurgia della Vanvitelli, il professore Ludovico Docimo, già presidente eletto della Società Italiana di Chirurgia; i sindaci dei territori; le scuole; i rappresentanti delle forze dell’ordine; senatori e parlamentari della Repubblica; i rappresentanti dell’INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, Camera di Commercio, Ispettorato del Lavoro. L’Agenzia nazionale per i beni confiscati era rappresentata su delega del prefetto Bruno Corda dal dirigente generale di PS Grazia Mirabile. Il Premio “G. Salvia” ha ottenuto, tra gli altri, i patrocini dei Ministeri della Giustizia, dell’Interno, della Difesa, della città di Pozzuoli e dell’Accademia Europa di Studi Penitenziari.

I RICONOSCIMENTI – A Giuseppe Salvia sono intitolati il carcere di Poggioreale a Napoli, dove prestava servizio, e l’omonima scuola primaria e dell’infanzia di Capri, sua città natale. L’evento in suo onore è stato moderato dal giornalista Angelo Covino,  consigliere nazionale dell’Anppe. Tra i premiati di oggi figurano: Luciano Perandria, graduato aiutante dell’Esercito Italiano; Alessandro Coseddu, soldato dell’Esercito Italiano; Riccardo Pisu, soldato dell’Esercito Italiano; Pasquale Carfora, sergente maggiore aiutante dell’Aeronautica Militare; Thomas Pio Miraglia, allievo ufficiale pilota dell’Aeronautica Militare; Angelo Patruno, capitano di vascello della Marina Militare; Francesco Raucci, appuntato scelto dell’Arma dei Carabinieri; Giuseppe Palmiero, vice ispettore della Polizia di Stato; Corrado Pezzella, assistente Polizia di Stato; Alfonso Sorgente, agente scelto Polizia di Stato; il dottor Gaetano Diglio, dirigente della Polizia Penitenziaria; la dottoressa Carolina Arancio, dirigente della Polizia Penitenziaria;  il sovrintendente della Polizia Penitenziaria, Francesco Napolitano; l’assistente capo coordinatore della Polizia Penitenziaria, Sabatino Della Monica; l’assistente capo della Polizia Penitenziaria, Claudio Ricciardi; gli assistenti della Polizia Penitenziaria Antonio Caserta, Lorenzo Clarizia e Nicola Falluto.

“UN EROE DIMENTICATO” – Capece ricorda che Salvia è «un eroe dimenticato, ucciso dalla nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo semplicemente perché svolgeva le sue funzioni di vicedirettore del carcere di Poggioreale. Ebbe il merito ed il coraggio di stoppare l’ascesa al potere dall’interno del carcere del boss, detto ‘o professore. Il trasferimento per motivi di sicurezza, chiesto dal vicedirettore, non fu concesso. Solo 5 mesi dopo, mentre era alla guida della sua auto senza nessuna scorta, Salvia venne ucciso. Aveva 38 anni, una moglie, Giuseppina Troianello e due figli piccoli, Antonino Claudio».

“ESEMPIO DI AMORE PER LA GIUSTIZIA” – «La Città Metropolitana partecipa con profonda deferenza a questo Premio perché costituisce l’occasione per ricordare la figura di un grandissimo servitore dello Stato, Giuseppe Salvia, che ha voluto difendere, a costo della propria vita, il rispetto dei principi di legalità, di democrazia e uguaglianza, l’amore per il proprio lavoro e per la Repubblica». Questa mattina il vicesindaco della Città Metropolitana di Napoli, Giuseppe Cirillo, ha partecipato – in rappresentanza del sindaco metropolitano, Gaetano Manfredi – alla II Edizione del Premio Nazionale dedicato al Vicedirettore della Casa Circondariale di Poggioreale barbaramente trucidato, il 14 aprile del 1981, all’età di 38 anni, su ordine del capo incontrastato della ‘Nuova Camorra Organizzata’, Raffaele Cutolo, perché aveva ‘osato’ perquisirlo come ‘un detenuto qualunque’ al rientro in carcere da un’udienza dibattimentale, il 7 novembre del 1980. Per quell’omicidio Cutolo fu condannato all’ergastolo. Il Vicedirettore lasciò la moglie, la professoressa Giuseppina Troianiello, e i due figli, Antonino e Claudio, di 5 e 3 anni. «Saremo sempre vicini – ha concluso il Vicesindaco metropolitano Cirillo – alla famiglia, a questa iniziativa e a tutte le altre che vorranno ricordare la memoria del Vicedirettore Salvia: è fondamentale trasmettere il suo esempio alle nuove generazioni, l’esempio di un uomo dello Stato che non si piega all’arroganza e alla protervia della criminalità ma che segue i suoi ideali di giustizia nella consapevolezza di poter pagare questa scelta addirittura con la propria stessa vita, come poi purtroppo accadde. Coloro che sono stati premiati questa mattina testimoniano, tuttavia, che il seme piantato quel tragico 14 aprile è germogliato e ha portato tanti frutti, in termini di legalità e speranza. A noi tutti il compito di diffondere sempre più questo fulgido modello di amore per la giustizia, oggi non ancora conosciuto come merita».