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POZZUOLI/ Omicidio Minopoli, parla la sorella «Fino ad oggi solo parole»

POZZUOLI/ Omicidio Minopoli, parla la sorella «Fino ad oggi solo parole»
  • Pubblicato19 Dicembre 2014

di Alessandro Napolitano

PINO MINOPOLI
Giuseppe Minopoli, la guardia giurata uccisa nel 2008 a Monterusciello

POZZUOLI – «Ci siamo sentiti abbandonati, da quel giorno solo tante belle parole». A sfogarsi, dopo quanto da noi pubblicato nei giorni scorsi, è Vincenza Minopoli, la sorella di Giuseppe. La guardia giurata rimasta uccisa nel 2008 durante un tentativo di rapina all’interno di una pizzeria di Monterusciello. «Abbiamo fin dal giorno del suo funerale fare tutto da soli, non abbiamo ricevuto alcun aiuto concreto da parte delle istituzioni – continua la donna – Se non ci fossi stata io, i miei genitori non avrebbero potuto affrontare la drammatica vicenda da soli. Mi sono recata più volte in Prefettura chiedendo che venisse fatta luce sull’omicidio di mio fratello, portando a conoscenza anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che era ben sicuro di chi fosse stato a fare fuoco quella maledetta sera. Importantissimo sarebbe riconoscere mio fratello come vittima della criminalità organizzata. Ma fino ad oggi nulla si è mosso».

IL RICORDO DELLA SORELLA – Vincenza Minopoli ricorda anche quanto vissuto a Pozzuoli durante questi anni. «L’allora sindaco Pasquale Giacobbe ci stette molto vicini. In effetti lo è stato anche l’attuale sindaco Figliolia. Che però ci disse che si sarebbe adoperato per l’intitolazione di Piazzetta a Mare a mio fratello che era un grande amante del mare. Purtroppo non abbiamo saputo più nulla. Al massimo ci è stata la consegna di una medaglietta nel marzo del 2013 in una scuola della città. Altra opportunità che mi venne data ma a a che non ebbe alcun seguito fu quella della realizzazione di un mausoleo all’interno del cimitero». Secondo Vincenza Minopoli, il voler ricordare suo fratello, sarebbe un gesto anche per restituire dignità ad una vittima di Pozzuoli, «un cittadino che ha sempre lavorato in maniera onesta e che amava la sua città». Intanto infuria la polemica proprio tra Giacobbe e Figliolia, con accuse reciproche e scambi di “battute” non proprio leggere.