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Cronaca Pozzuoli Primo Piano

POZZUOLI/ Non va d’accordo con la madre e chiede aiuto ai carabinieri per andare in carcere. Arrestato anche il fratello

POZZUOLI/ Non va d’accordo con la madre e chiede aiuto ai carabinieri per andare in carcere. Arrestato anche il fratello
  • Pubblicato4 Febbraio 2024

POZZUOLI«Io con mamma non ci posso proprio stare, non andiamo d’accordo. Portatemi in carcere». È stata questa la richiesta che una 23enne di Pozzuoli ha fatto ai carabinieri che qualche ora prima le avevano trovato addosso, in una borsa a tracolla, ben dieci panetti di hashish dal peso di un kg. La giovane era stata fermata al porto di Casamicciola e i suoi atteggiamenti avevano insospettito i militari del nucleo radiomobile facendo scattare la perquisizione. Il tempo della stesura degli atti e di informare l’autorità giudiziaria che per la ragazza scattava il trasferimento nella sua casa ad Arco Felice, in attesa del processo per direttissima.

IL FRATELLO – Nel frattempo, a Pozzuoli, i carabinieri della Compagnia decidevano di perquisire quell’appartamento perché al suo interno, oltre alla madre, c’era anche il fratello, il 20enne Antonio Orselli che da settimane si trova agli arresti domiciliari, trovando una pistola semiautomatica “Beretta” calibro 7,65. L’arma, che sarà sottoposta agli accertamenti balistici per verificare un suo eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri delitti, era nascosta nella macchina del caffè a cialde nel vano dove si mette la bottiglia con l’acqua. Fatta la scoperta, per Orselli è scattato il trasferimento in carcere.

IL COLPO DI SCENA – Con il fratello a Poggioreale e la sorella ai domiciliari la vicenda sembrava essersi conclusa ma ecco che arriva il colpo di scena: non passa molto tempo che i carabinieri della stazione di Pozzuoli in serata sentono suonare il citofono della caserma. Alla porta la ragazza 23enne che con la consapevolezza di essere evasa chiede “aiuto” ai carabinieri. La 23enne non vuole stare in casa con la madre perché non va d’accordo con lei. A quel punto i militari, informata l’autorità giudiziaria delle incompatibilità caratteriali tra madre e figlia, terranno la donna nelle camere di sicurezza fino al giorno del processo.