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POZZUOLI/ In carcere un altro “pezzo da 90” dei Longobardi-Beneduce

POZZUOLI/ In carcere un altro “pezzo da 90” dei Longobardi-Beneduce
  • Pubblicato12 Ottobre 2015

12.10.2015 - UMBERTO DE SIMONEPOZZUOLI – Un altro “pezzo da 90” del clan Longobard-Beneduce è finito in carcere. Dopo gli 8 arresti di sabato questa mattina è toccato a Umberto De Simone, 57 anni, detto “’o stuorto”, residente in via Pasolini, nel quartiere di Monterusciello, dove si trovava agli arresti domiciliari. Ad eseguire l’ordinanza di carcerazione i carabinieri della Compagnia di Pozzuoli diretti dal capitano Elio Norino.

LE CONDANNE – Anche De Simone finì nella maxi operazione “Penelope”, condannato in primo grado (22 settembre 2011) a 12 anni di reclusione, poi a 8 anni, 5 mesi e 10 giorni durante il processo di Appello (22 luglio del 2013) per associazione di tipo mafioso e per rapina ed estorsione aggravate da finalità mafiose. Sentenza alla quale il 57enne si era opposto facendo ricorso in Cassazione che, come per gli altri 8 affiliati finiti in manette sabato scorso, ha confermato le condanne. Dopo l’arresto l’uomo è stato tradotto nel carcere di Secondigliano.

IL PASSAGGIO DI CLAN – Umberto De Simone, esponente di spicco del sodalizio composto da Longobardi e Beneduce nel 2004, in seguito all’omicidio di Ciro Russo, alias “Giretiello”, avvenuto nel suo bar nel quartiere di Monterusciello, si rese protagonista (come ricostruito dai collaboratori di giustizia) insieme ad altri 3 affiliati, del passaggio dalla fazione rimasta fedele a Gennaro Longobardi a quella retta da Gaetano Beneduce.