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QUARTO/ Estorsione, vittima in tribunale contro il boss

QUARTO/ Estorsione, vittima in tribunale contro il boss
  • Pubblicato13 Ottobre 2015
Il rione 219 di via De Gasperi
Il rione 219 di via De Gasperi

QUARTO – Si è svolta l’udienza del processo che vede imputato Antonio Fruttaldo 52 anni, accusato di tentata estorsione aggravata per aver chiesto soldi ad un legittimo assegnatario di un alloggio popolare. Se la vittima non avesse versato 10mila euro avrebbe dovuto lasciare l’abitazione assieme alla sua famiglia.

LA TESTIMONIANZA – Questa mattina, davanti alla Nona sezione penale del Tribunale di Napoli ha testimoniato la vittima della tentata estorsione, rispondendo alle domande del pm Gloria Sanseverino. Non era da solo, con lui anche i presidenti della due associazioni antiracket che lo hanno seguito fin dai tempi della sua denuncia: Luigi Cuomo di Sos Impresa e Domenico Brescia di Quarto, Legalità è Svilupo. La vittima, assistita gratuitamente dall’avvocato Alessandro Motta messo a disposizione dall’associazione di Cuomo, ha ricostruito tutti i passaggi della vicenda.

SPUNTA LA CAMORRA – Dalla semplice richiesta di soldi alle minacce subite, fino all’incontro con Nicola Palumbo, alias “Faccia abbuffata”, 50enne considerato elemento apicale dell’ala quartese del clan Longobardi-Beneduce, conosciuta come “Quelli del Bivio”. Secondo l’accusa sarebbe stato quest’ultimo, con l’aiuto del nipote Giuliano Palumbo, ad intimorire la vittima facendo leva sulla forza intimidatrice dell’appartenenza al clan. «Ti sembra giusta la cattiveria che hai fatto ad Antonio – avrebbe detto Palumbo alla vittima durante un incontro svoltosi all’interno di un cantiere della famiglia Fruttaldo – Lo sai che Antonio è mio cugino? Comunque devi prenderti un impegno di consegnare 10mila euro ad Antonio per la casa. Altrimenti o gli dai i soldi o te ne vai».

I DUE PROCESSI – I due Palumbo, attualmente detenuti nel carcere di Secondigliano, sono in attesa di conoscere la sentenza che li riguarda e che li vede imputati in un altro processo inerente la stessa vicenda, ma che si celebra con rito abbreviato. La vittima della tentata estorsione poco dopo aver testimoniato in aula: «Mi chiedo come facciano queste persone, che tanto sono considerate potenti, a prendersela con uno come me, un semplice ed onesto cittadino senza troppe possibilità economiche».