POZZUOLI/ I parenti del pentito Silvio De Luca tornano a casa, ma scatta la rivolta: cacciati da Monterusciello
POZZUOLI – Avevano rinunciato al programma di protezione riservato ai familiari dei pentiti decidendo di tornare a Monterusciello, nei 600 alloggi. Ma al loro arrivo hanno dovuto fare i conti con la rivolta di una parte del quartiere che li ha costretti, nel giro di 24 ore, a fare dietrofront. E’ accaduto l’altro ieri ad alcuni familiari del nuovo pentito di camorra Silvio De Luca detto “o nanetto”, che appena pochi mesi fa avevano aderito al programma di protezione e al trasferimento in località protetta in seguito al pentimento del loro congiunto.
LE TENSIONI – Appena sono stati notati tra via Rosai e via De Chirico, è scattata la rivolta che ha fatto temere scene già vissute a marzo quando in diverse occasioni i sicari di un clan rivale spararono contro l’abitazione della famiglia De Luca “invitata”, a suon di colpi di pistola, a lasciare Monterusciello dopo l’alleanza tra o nanetto e il clan D’Ausilio di Bagnoli. Questa volta tutto è durato 24 ore: dopo l’intervento dei carabinieri che i De Luca hanno nuovamente raggiunto una località protetta.
IL PENTITO – Quarantuno anni, dieci dei quali trascorsi in carcere quando era affiliato all’ala quartese dei Longobardi-Beneduce, De Luca era stato scarcerato nel novembre del 2019: il suo ritorno alla libertà fu festeggiato con fuochi d’artificio e con un concerto del cantante neomelodico Anthony. Poi la “latitanza” durata quasi un anno per sfuggire alla casa lavoro dove doveva scontare un cumulo di pena fino alla cattura, il 22 marzo scorso, da parte dei carabinieri del nucleo operativo di Pozzuoli che lo catturarono in una casa di Ischitella. Tre giorni dopo il fermo, o nanetto decise di pentirsi e di passare dalla parte della giustizia.