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Cronaca Pozzuoli Primo Piano

POZZUOLI/ Gestiva dal carcere la piazza di spaccio nel rione Reginelle: il ruolo del ras Dello Iacolo

POZZUOLI/ Gestiva dal carcere la piazza di spaccio nel rione Reginelle: il ruolo del ras Dello Iacolo
  • Pubblicato5 Dicembre 2023

POZZUOLI – Si serviva di telefoni cellulari per impartire ordini ai propri familiari in merito alla gestione della piazza di spaccio nel quartiere Reginelle, a Pozzuoli. È questo il quadro che emerge dalle intercettazioni telefoniche e dall’attività degli inquirenti. Pasquale Dello Iacolo, benché detenuto a Secondigliano, era il promotore e l’organizzatore dell’associazione criminale, di cui facevano parte sia gli indagati raggiunti questa mattina da un ordine di carcerazione emesso dal GIP del Tribunale di Napoli che altri soggetti nei confronti dei quali non è stata ancora avanzata una richiesta cautelare. Nonostante il linguaggio criptico utilizzato a telefono (“macchine” e “casse di birra” per indicare i tipi di droga ndr), l’identità di chi si interfacciava con il ras Dello Iacolo era ben chiara. Gli interlocutori venivano chiamati con il nome di battesimo. Stamane Pasquale Dello Iacolo, 41enne (detto Pasqualone); la compagna Teresa Pollice, 43 anni (per lei sono stati disposti gli arresti domiciliari) e Francesco Ilardo, 35 anni (detto ‘o puork) sono stati raggiunti da un ordine di carcerazione perché accusati, a vario titolo, dei delitti di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e tentata estorsione, attività condotte per nome e per conto del cartello camorristico dei Longobardi-Beneduce. A fine ottobre era già toccata a Luigi Sannino (detto ‘o russ), al fratello Umberto, entrambi figli di Teresa Pollice; a Gennaro Dello Iacolo, figlio di Pasquale e a Ciro Scognamiglio.

IL RUOLO DEL RAS – Dall’attività investigativa è emerso che il ras Dello Iacolo, nonostante fosse ristretto in cella, avesse la capacità di trovare i giusti canali di approvvigionamento dello stupefacente per rifornire l’attività di spaccio. Ad occuparsene materialmente – secondo gli inquirenti – erano la compagna Teresa Pollice, il figlio Gennaro e i figli della donna, Luigi ed Umberto Sannino. Ognuno di loro aveva un ruolo ben preciso. In una conversazione telefonica Dello Iacolo spiega di aver trovato un rifornitore, disposto a vendere grossi quantitativi di stupefacenti. «Questo (fornitore) le macchine se le vuole vendere tutte quante… Mica una alla volta! Due alla volta! Ma solo quantitativi importanti… Tutto il garage». Per Umberto Sannino, suo interlocutore in quella telefonata,  il loro gruppo non aveva le disponibilità economiche per affrontare acquisti maggiori. Ma al contempo il figlio della Pollice comunica a Pasquale Dello lacolo che in serata si sarebbe recato dal fornitore per contrattare l’acquisto di stupefacente: «Gli dico pure che mi ha mandato lo zio. Non è roba mia, è roba dello zio». Pasquale Dello Iacolo, dunque, non solo impartiva le proprie direttive ai membri della sua organizzazione, ma riusciva anche a mantenere i contatti con altri clan e a trattare i quantitativi di droga da acquistare e il prezzo da pagare. Muoveva i fili anche se dietro le sbarre a Secondigliano.

“GUERRA A TUTTI” – Da diverse conversazioni captate si comprende anche che i gruppi criminali rivali, approfittando della carcerazione di Pasquale Dello Iacolo, pretendevano di rivedere gli accordi sui prezzi praticati inizialmente per la fornitura di sostanze stupefacenti. Il ras, a quel punto, avrebbe dato l’ordine ai figli della Pollice di fingere di accettare il rialzo dei prezzi per poi acquistare dagli originari venditori quantitativi sempre più piccoli con la scusa del calo della richiesta legato alla maggior presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Allo stesso tempo ha poi trovato altre fonti di droga da spacciare. In una conversazione il ras del rione Reginelle ha anche riferito ai parenti che, poiché lui era detenuto, dovevano accettare questa nuova situazione, ma che all’atto della sua scarcerazione si sarebbero vendicati, prendendosi grosse soddisfazioni e dichiarando guerra a tutti: «Noi li dobbiamo fare vincere a questi qua… Poi, quando esco io, voglio vedere come vincono».