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Cronaca Pozzuoli Primo Piano

POZZUOLI/ Gelosia e liti nascoste dietro l’omicidio-suicidio di Monterusciello

POZZUOLI/ Gelosia e liti nascoste dietro l’omicidio-suicidio di Monterusciello
  • Pubblicato30 Luglio 2023

POZZUOLI – Una segnalazione per “lite in famiglia” al civico numero 10 di via Parini. Accadeva una decina di giorni fa. In casa i carabinieri non avrebbero trovato nessuno, successivamente Antonio e Angela avrebbero minimizzato tutto. Niente nero su bianco, nessuna denuncia formalizzata. All’esterno mostravano felicità nascondendo una quotidianità che tra le quattro mura di casa era diventata difficile da sopportare, specie negli ultimi tempi. Possessione e gelosia dopo 18 anni di convivenza e l’ossessione, da parte di lui, che lei avesse un altro. Uno spaccato ricostruito all’indomani dell’omicidio-suicidio e confermato da Salvatore, cugino della donna: «Lei voleva allontanarsi, voleva lasciarlo ma non aveva il coraggio. Aveva paura e l’altro giorno è andata dai carabinieri ma alla fine non è accaduto nulla. Era una vittima di lui». Accuse che si rimpallano tra due famiglie dilaniate dal dolore, che raccontano una realtà da prospettive diverse: «Tony era uno che teneva alla famiglia, viveva per la moglie e i figli. Ho vissuto la loro storia d’amore dal primo momento, mai ho sentito parlare di problemi» ha raccontato invece Vincenzo M., amico di infanzia e per anni collega dell’uomo.

IL SEQUESTRO – Intanto l’abitazione è stata messa sotto sequestro dai carabinieri della Compagnia di Pozzuoli che indagano sull’omicidio-suicidio. Confermata la dinamica dei fatti: Antonio Di Razza, 50 anni, operaio metalmeccanico, ha sparato contro la moglie Angela Gioiello, 39enne, casalinga, uno-due colpi di pistola prima di puntarsi l’arma contro e togliersi la vita. I due erano da soli in camera: lei è stata trovata distesa sul letto, lui a terra, sul pavimento dove è stata rinvenuta anche una pistola revolver. Spetterà adesso alla Scientifica stabilire con esattezza quanti colpi di pistola sono stati esplosi e capire da dove provenisse l’arma, risultata detenuta illegalmente.