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POZZUOLI/ Fruttivendolo “batte” il Comune: la “mazzata” non è in regola

POZZUOLI/ Fruttivendolo “batte” il Comune: la “mazzata” non è in regola
  • Pubblicato4 Maggio 2015

di Alessandro Napolitano

fruttivendolo
Fruttivendolo costretto a chiudere per 10 giorni

POZZUOLI – Dieci giorni di chiusura per aver occupato il marciapiede con cassette della frutta. E’ quanto aveva deciso il Comune nei confronti di un fruttivendolo di Arco Felice. Una sanzione, però, giudicata troppo pesante, in assenza di una spiegazione plausibile, dai giudici ai quali si è rivolto il commerciante. E soprattutto non in linea con quanto stabilito da una legge nazionale, quella conosciuta come “pacchetto sicurezza” del 2009.

BATTAGLIA LEGALE – I magistrati hanno dato ragione al fruttivendolo, ma soltanto per ciò che riguarda la sproporzione della sanzione ritenuta, come detto, troppo pesante. Tutto ha inizio con due controlli da parte della polizia municipale nell’agosto scorso, in giorni ed orari differenti. In entrambe le occasioni vengono notate cassette con la frutta nello spazio antistante il negozio, su una superficie di circa 2 metri quadrati. Da via Tito Livio parte così il provvedimento nei confronti del commerciante. Non solo una sanzione dovuta a violazione del Codice della Strada, ma anche la chiusura dell’attività per ben dieci giorni.

DECISIONE ARBITRARIA – La legge in questione, però, recita chiaro quando indica la possibilità, per i sindaci, di «ordinare l’immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti e, se si tratta di occupazione a fine di commercio, la chiusura dell’esercizio fino al pieno adempimento dell’ordine e del pagamento delle spese o della prestazione di idonea garanzia e, comunque, per un periodo non inferiore a cinque giorni». Secondo i giudici che hanno parzialmente accolto il ricorso del commerciante, però, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto quanto meno motivare una sanzione così dura, cosa che invece non avrebbe fatto. Scrivono i magistrati: «L’amministrazione, senza motivare in merito all’entità dell’infrazione, stabilisce una misura sospensiva superiore al minimo di legge; l’aggravio della misura, discrezionalmente impartito, avrebbe invece dovuto essere oggetto di motivazione in punto di gravità del fatto e proporzionalità della sanzione». I giudici hanno quindi deciso di accogliere il ricorso del fruttivendolo per la parte riguardante i giorni di chiusura che “passano” da dieci e cinque.