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POZZUOLI/ Fibrillazioni tra i consiglieri Dem di Manzoni. Fumo lascia e c’è chi cerca “franchi tiratori”

POZZUOLI/ Fibrillazioni tra i consiglieri Dem di Manzoni. Fumo lascia e c’è chi cerca “franchi tiratori”
  • Pubblicato3 Aprile 2024

POZZUOLI –  La crisi di “Pozzuoli Libera”, le incertezze che ruotano attorno al gruppo consiliare del Pd che sarà, una Giunta senza sostegno politico (eccetto Zazzaro e Festa), i “mal di pancia” diffusi che ora investono anche i consiglieri Dem di Gigi Manzoni e il numero zero segnato sul termometro che misura l’indice di gradevolezza nei confronti del super assessore Elio Buono ai minimi storici con la parte politica. Una “babele”. Rischia di costare caro il “restyling” della maggioranza tanto osteggiato da Franco Fumo, ormai ex consulente politico del sindaco che ha salutato dopo il cambio di rotta.

I NODI –  Lo scontro è sul metro di giudizio: se Filippo Monaco resta vice sindaco in virtù del risultato elettorale, nonostante abbia perso tre consiglieri su tre di “Uniti per Pozzuoli”, perché viene negata la nomina del secondo assessore a Cossiga e Lydia De Simone? Indebolire, allargare e rimescolare cozzano con la linea tracciata un anno e nove mesi fa ovvero quella di valorizzare la coalizione che ha vinto. Altro fronte “caldo” è tenuto vivo da Salvatore Caiazzo, Mimmo Pennacchio e Maria Rosaria Testa, i tre del PD che non si sentono rappresentati pienamente: con Bandiera in quota Manzoni ed Elio Buono in quota “Elio Buono”, si assottigliano anche le speranze di Caiazzo di entrare in Giunta, velleità che il navigato consigliere avanza anche alla luce di dodici anni trascorsi tra i banchi del consiglio comunale. Con Caiazzo assessore inoltre si darebbe la possibilità a Tiziana Genovese (prima dei non eletti in Pozzuoli Democratica) di sedere tra i banchi della maggioranza. E Fumo, su questo, avrebbe garantito per la triade tenendo fino a ieri legati Manzoni e i suoi tre consiglieri.

EFFETTO DOMINO – Fibrillazioni che rischiano di creare non pochi problemi alla tenuta dell’amministrazione: Cossiga e De Simone non hanno gradito la mossa di Arcangelo Pisano, ribattezzata la “mandrakata di Pasqua”, che nei fatti ha messo spalle a muro il gruppo e spento (almeno per il momento) le velleità di Sandro “Magno”. Nelle ultime ore addirittura c’è qualcuno (sia di maggioranza che di opposizione) che ha iniziato a fare la conta e a cercare eventuali “franchi tiratori”, gente disposta a firmare le dimissioni davanti a un notaio. Pericolo che al momento sembra remoto alla luce dei numeri, ma il messaggio recapitato al primo piano della palazzina sette di via Tito Livio sembra essere chiaro: «mai tirare troppo la corda».

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