Close
Primo Piano

POZZUOLI/ Antonio Mele, il “miracolato” del clan: agguati e pallottole contro ‘o campagnolo

POZZUOLI/ Antonio Mele, il “miracolato” del clan: agguati e pallottole contro ‘o campagnolo
  • Pubblicato4 Dicembre 2016

Antonio Mele, 45 anni
Antonio Mele, 45 anni

POZZUOLI – Potrebbe essere considerato il vero “Iron man” del clan, riuscito più volte a scampare miracolosamente alla morte dopo essere stato preso di mira dai sicari. Antonio Mele, 45 anni, noto come “o campagnolo”, è uno degli affiliati storici alla mala flegrea. Tanto che avrebbe iniziato a “lavorare” per il clan quando a tenere in mano le redini del potere criminale c’erano ancora i boss Raffale Bellofiore e Domenico Sebastiano, poi trucidati nel 1997 nel rione Toiano da un commando che fece fuoco all’esterno di un bar.

blitz-42-arresti-9UCCISO ANCHE IL FRATELLO – Pochi mesi prima, a finire vittima di un agguato di chiaro stampo camorristico, fu suo fratello Gennaro, alias “’o paesano”. L’uomo venne ucciso assieme a Pasquale Chiocca. Antonio Mele riuscì a cavarsela esattamente cinque anni fa, il 4 dicembre del 2011. L’allora 40enne venne colpito da diversi colpi di pistola alle gambe, venendo poi ricoverato all’ospedale Santa Maria delle Grazie. Le pallottole, esplose da distanza ravvicinata, gli trafissero anche un polpaccio.

AUTO CRIVELLATA DI COLPI – L’anno prima, il 17 luglio del 2010, la sua auto venne crivellata di colpi di pistola all’esterno della sua abitazione, in via Lucilio, sempre nel rione Toiano. Sulla fiancata della vettura – una Wolksvagen New Beatle – i fori praticati dalle pallottole. Si trattò di quindici colpi di pistola di due diversi calibri: otto pallottole di calibro 9 e sette di calibro 7,65. Sembrò naturale pensare che a sparare contro l’auto di Mele fossero stati almeno in due. Nessuno, nei dintorni, sembrò aver assistito all’episodio. Un muro di omertà e di silenzio calò ancora una volta nel quartiere.

AGGUATO ALL’ESTERNO DEL COMUNE – Antonio Mele, al momento dell’agguato intimidatorio, si trovava in casa. Il primo agguato subito dall’uomo risale invece al 15 febbraio del 1993, nel periodo in cui era ritenuto affiliato al clan Sebasiano-Bellofiore. Antonio Mele riuscì miracolosamente a salvarsi dalla pioggia di fuoco. Il tentato omicidio all’esterno della sede del comune di Pozzuoli, ancora una volta nel rione Toiano. Mele è attualmente rinchiuso nel carcere di Secondigliano, dopo il blitz dei carabinieri dello scorso 29 novembre.