«Medici eccelsi e grande professionalità da parte di tutti: vi racconto la mia esperienza all’ospedale di Pozzuoli»
POZZUOLI – Riceviamo e pubblichiamo: «Luogo di sofferenze, dolori, ma anche di speranze! Tutti nella vita, prima o poi, sono passati in questa realtà, spesso caotica, disorganizzata, anche ostile per i pregiudizi, dicerie o fatti negativi che le persone percepiscono a causa della loro condizione e dalla paura di affrontare situazioni non piacevoli: convivenze imposte, rapporti forzati tra i degenti, gente sconosciuta che si eviterebbe volentieri praticare. Di contro, però, c’è una maestranza preparata, capace: medici eccelsi, competenti, disponibili, ligi al dovere ed umani, qualità che non guasta mai. Mi riferisco alla dottoressa D’Antò. Squisita, disponibile, competente. Parlo del dottor Dorato: persona eccelsa e pregna di umanità e competenze indiscusse. Parlo in particolare di loro perché ho avuto modo e privilegio di conoscere personalmente. Sono certo che ve ne siano tanti altri di uguale spessore, al di là delle competenze, che io non saprei né posso esprimermi se non per sensazioni. Mi riferisco al reparto di medicina interna, dove io, mio malgrado, sono capitato per vicissitudini contingenti.
Premetto di non essere mai, per fortuna, stato ricoverato, privo di esperienze di malato. Solo alla veneranda età di 89 anni mi sono imbattuto in questa realtà non piacevole, ma necessaria e risolutrice. Ho tessuto elogi ed encomi ai medici e coadiuvanti. Questo è stato reso possibile per il buon funzionamento della struttura dove è potuto notare sinergia e volontà convergente fra gli addetti. Farei un torto grande se non citassi l’indispensabile collaborazione del personale, aspetto non secondario per il raggiungimento di buoni risultati. Infermieri di ambo i sessi, capisala, addetti ai servizi vari, sono il nerbo del complesso meccanismo che poi dà i risultati voluti e preventivati. Nel mio pur breve ricovero, ho avuto modo di osservare e dialogare con questo personale ed ho riscontrato in esso grande competenza e professionalità. Essi sono pregni di volontà, abnegazione, senso del dovere e spirito di appartenenza.
Esiste tra essi solidarietà ed intercambiabilità. Citerò alcuni nomi che ricordo, certo che anche tutti coloro che non saranno citati possiedono le stesse qualità: Gianluca, Aniello, Gabriele, Claudia, Benedetta, Francesco, Vincenzo. Chiedo venia se non annovero tutti perché non mi sono pervenuti i nominativi, ma, ripeto, sono convinto che la maggioranza rientri nei canoni citati. Non sono poi tanto ingenuo da non notare carenze, disservizi, imperizie anche in luoghi dove non dovrebbero sussistere episodi deprecabili. So di non vivere in un contesto paradisiaco, in un’oasi di pace dove tutto è bello e giusto. Viviamo in un contesto di contrapposizione, di divergenze culturali, una realtà a volte violenta. L’uomo, inteso come umanità, sembra aver perso i lumi della ragione tanto espressi dagli illuministi. Forse anch’essi inseguivano una chimera che la storia, visti i risultati, ha dimostrato essere un’utopia. La perfezione non è di questo mondo, ma la si può sfiorare se ci si impegna veramente, come ho visto fare nel reparto di medicina dell’ospedale “La Schiana” di Pozzuoli. Nella speranza di non essermi sbagliato, auspico che ciò avvenga anche in altri reparti. Credo si possa fare di più, rendere la nostra struttura più snella, meno farraginosa, dove si possano eliminare gli infingardi e i faccendieri. Il punto di osservazione è stato il numero di letto “32, il periodo dal 16 ottobre al 28 ottobre 2024». (Giuseppe Terrin)