LO STUDIO/ A rischio la fertilità dei giovani in “Terra dei Fuochi”
LO STUDIO – Si torna a parlare dei danni al sistema riproduttivo dei giovani che vivono nelle zone inquinate della cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Da poco pubblicato sulla prestigiosa rivista International Journal of Molecular Science, un nuovo studio nell’ambito del progetto di ricerca EcoFoodFertility, che mette in luce un inedito meccanismo di danno al DNA degli spermatozoi da eccesso di metalli pesanti nello sperma, fornendo ulteriori dati ai precedenti lavori già pubblicati dal gruppo di ricerca sul maggior rischio fertilità per i giovani di “Terra dei Fuochi”. (Discovery of the Involvement in DNA Oxidative Damage of Human Sperm Nuclear Basic Proteins of Healthy Young Men Living in Polluted Areas. Int J Mol Sci. 2020;21(12):E4198. Published 2020 Jun 12. doi:10.3390/ijms21124198). La professoressa Marina Piscopo, biologa molecolare, afferente al Dipartimento di Biologia dell’Università di Napoli, Federico II, ha analizzato le proteine nucleari basiche di spermatozoi umani in 240 individui; 160 residenti nella Terra dei Fuochi e 80 in zone a basso impatto ambientale, residenti nella provincia di Salerno, reclutati nell’ambito del Progetto di ricerca EcoFoodFertility, coordinato dal Dott. Luigi Montano, UroAndrologo dell’ASL di Salerno e Presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana, che sta da tempo indagando a partire dalla Campania le altre terre dei fuochi non solo in Italia, valutando in particolare il seme maschile come Sentinella della salute non solo riproduttiva, ma anche generale della popolazione in relazione all’inquinamento territoriale.
LA SCOPERTA – Già studi precedenti pubblicati dal gruppo di ricerca di Montano, indicavano indici di frammentazione del DNA spermatico più elevati (di oltre il 30%) in soggetti residenti in aree ad alto impatto ambientale, come la Terra dei Fuochi e Taranto, in confronto con aree a basso impatto ambientale come l’area del Salernitano (Medio Sele e Cilento). In particolare proprio in terra dei fuochi venivano segnalati, nello sperma, alti livelli di diversi metalli tossici, fra cui rame e cromo. Due metalli, capaci di indurre una particolare reazione chimica, denominata reazione di Fenton, che porta alla formazione eccessiva di sostanze come i cosiddetti radicali liberi dell’ossigeno, capaci di alterare le strutture cellulari, come proteine, grassi e DNA, Questo nuovo studio, indica un nuovo meccanismo di danno, mostrando come proprio le proteine nucleari basiche di spermatozoi (protammine e istoni, il cui rapporto, fra l’altro, risultava alterato nei giovani di terra dei fuochi) possano essere coinvolte esse stesse nella frammentazione del DNA di spermatozoi evidenziando una situazione che desta preoccupazione relativa alla salute riproduttiva degli individui della Terra dei Fuochi testati, in considerazione del fatto che il campionamento è stato fatto su una fascia in età riproduttiva molto precoce fra i 18 e 28 anni. Inoltre, il meccanismo scoperto di danno ossidativo al DNA è potenzialmente estendibile a numerose altre malattie e conferma come il progetto EcoFoodFertility attraverso lo studio del liquido seminale come precoce sentinella dell’ambiente e della salute generale sta di fatto trasformando gli studi sulle cause dell’infertilità in un efficace strumento di monitoraggio, sorveglianza e prevenzione per tutte le malattie cronico-degenerative da inquinamento.