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LA STORIA/ Finì con l’auto in un canale, salvo grazie ai medici

LA STORIA/ Finì con l’auto in un canale, salvo grazie ai medici
  • Pubblicato16 Aprile 2014

di Violetta Luongo

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Gennaro Rimoli insieme alla moglie Francesca Onorato

POZZUOLI – Aveva sperato tanto e pregato ancor di più che suo marito si svegliasse dal coma. E poi è successo. Dopo quindici giorni nel reparto di rianimazione dell’ospedale “Santa Maria delle Grazie” a Pozzuoli, Gennaro Rimoli ha aperto gli occhi davanti all’incredulità della sorella e del cognato. Gennaro il primo marzo era a bordo della sua auto  stava percorrendo la SS7 Quater, tra gli svincoli di Licola e Varcaturo, per recarsi a lavoro quando la sua vettura si è ribaltata finendo in un canale dopo un volo di diversi metri. Un incidente spaventoso per il 26enne di Monterusciello. La moglie Francesca Onorato, la giovane 21enne, ha temuto il peggio. Provvidenziale fu l’arrivo di un chirurgo dell’ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli che ha prestato i primi aiuti calandosi nel canale tra acqua e fango.

I MEDICI LO HANNO SALVATO – «Ringrazio i medici dell’ospedale puteolano e tutto il reparto di rianimazione della Schiana, soprattutto il dottor Lanzella che ci ha creduto dall’inizio, – dice la moglie Francesca – sono stati loro a salvare Gennaro. Ha avuto le migliori cure, sono stati loro ad occuparsi del trasferimento all’ospedale San Raffaele di Cassino. Qui sta ricevendo ottime cure riabilitative».

IL TRASFERIMENTO A CASSINO – Sono quindici giorni che Francesca insieme al figlio di 3 anni si è trasferita in una casetta di fronte alla clinica romana. Ogni giorno per un’ora va a trovarlo. Gli parla e gli racconta della giornata sua e di quella del piccolo che tra pochi giorni rivedrà il padre. «Inizialmente – racconta –  gli dissi che il papà era in viaggio per lavoro, ma alla fine abbiamo dovuto dirgli la verità, che il papà era in ospedale a causa di un incidente».

UNA LUNGA DEGENZA  – «Mio marito è un uomo eccezionale e un buon marito e padre – aggiunge la donna – chiedo alle persone che ci sono state vicine di continuare a pregare per lui perché torni presto a casa». Purtroppo la degenza prevede tempi lunghi, cure continuative per rimetterlo in forze, ma «il peggio è passato» conclude Francesca.