Dossier per Bacoli Capitale italiana della Cultura, l’orgoglio del vice sindaco «Un percorso emozionante»
BACOLI – «E’ trascorso un mese da quando, alle ore 19:34 del 25 settembre scorso, giorno fissato per la scadenza, il Comune di Bacoli ha trasmesso al Ministero della Cultura il proprio dossier di candidatura a Bacoli Capitale Italiana della Cultura 2028. Un lavoro enorme, faticoso (mi ci è voluto tempo per riprendermi da questa full-immersion) ma del quale ne vado orgoglioso e che deve inorgoglire anche l’intera comunità. Perché si tratta di una progettualità ambiziosa, di ampio respiro, capace di andare oltre e guardare oltre. Un percorso emozionante, partecipato e condiviso, con la valutazione di circa 80 proposte pervenute dall’avviso pubblico di agosto. Una candidatura il cui concept ruota attorno ad un concetto chiave: l’atteggiamento resiliente di chi, di fronte alla consapevolezza di una terra che trema e che è situata su una delle più importanti caldere vulcaniche al mondo, intende dimostrare di essere stato protagonista di una vera e propria esplosione culturale. Una esplosione di cui ne è testimone la storia, il tempo ma anche la stessa comunità bacolese (e quindi flegrea) che nel corso degli anni ha saputo resistere, costruire, vivere, amare e osare anche se tremante». È quanto scrive il vicesindaco di Bacoli, Mauro Cucco, in un lungo post con il quale ripercorre le tappe della canditura della città di Bacoli a Capitale italiana della Cultura. Tra le tappe di questa avventura domani ci sarà un incontro presso la Camera dei Deputati dove i delegati flegrei porteranno a Roma il “modello Bacoli” attraverso un dossier realizzato nell’ultimo anno.
LO SPOT – «Da qui la scelta del claim: il futuro parte da una scossa. – aggiunge Cucco – Non una scossa fisica bensì legata all’emotività, un sussulto dell’anima, quel brivido che ti attraversa quando capisci che è arrivato il momento di cambiare. Tant’è che il futuro non lo porta qualcun altro: nasce dentro di noi, quando tutti decidiamo di fare la nostra parte. Un popolo che non ha paura di scuotersi, di affrontare sempre nuove sfide e di raggiungere la sua completezza da ciò che sembrava limite. Arrivare alla consegna di questo dossier non è stato semplice. E’ stata una vera e propria corsa contro il tempo, perché abbiamo deciso all’ultimo di parteciparvi, avendo lo stretto indispensabile per pianificare una programmazione seria ed un’adeguata campagna di comunicazione. Ma è un’opportunità che sarebbe stato un vero peccato non cogliere. Perché innanzitutto Bacoli rappresenta l’unica realtà dell’area metropolitana di Napoli in concorso. E poi perché ci sarebbe possibile rimuovere quella etichetta di “città dalle enormi potenzialità”. Ecco, l’assegnazione del titolo di “Capitale Italiana della Cultura” è rivolta proprio a questo. Non vince la città “più bella”, “più pronta”, quella “più ricca” o che non ha il benché minimo problema. Ma vince quella realtà che, riuscendo a concretizzare quanto prefissato all’interno del dossier, può trarre beneficio per il proprio territorio, in termini turistici, economici e, appunto, culturali. La cultura che fa da traino per tutto il resto. La cultura che diventa strumento attraverso cui direzionare interventi anche in altre aree: dal sociale alla rigenerazione urbana, dalla mobilità allo sport.»
























