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Quarto

Beni confiscati, Fnsi e Sugc: «Non lasciare solo chi lotta per la legalità a Quarto»

Beni confiscati, Fnsi e Sugc: «Non lasciare solo chi lotta per la legalità a Quarto»
  • Pubblicato19 Luglio 2021

QUARTO – «Illuminare quanto sta accadendo nel territorio di Quarto. Non lasciare soli coloro che stanno riconsegnando alla comunità i beni confiscati alla camorra». È l’appello lanciato dal presidente della Fnsi, Beppe Giulietti, insieme con il segretario del Sugc, Claudio Silvestri, che hanno incontrato, presso la sede del Sindacato unitario giornalisti della Campania, il giornalista Nello Mazzone, il sindaco di Quarto, Antonio Sabino, e l’assessora alla Legalità, Raffaella De Vivo. Mazzone, che ricopre presso il Comune l’incarico di responsabile per i Beni confiscati, e il primo cittadino sono stati minacciati durante le procedure per l’acquisizione di un bene del clan Polverino che è stato trasformato Albergo Diverso-Ospitalità solidale. Subito dopo un altro bene è stato oggetto di atti vandalici prima della consegna al Comune.

IL CASO ALL’OSSERVATORIO DEL VIMINALE – Il sindacato aveva già annunciato la costituzione di parte civile nell’eventuale processo contro chi ha minacciato il collega e il sindaco. «È necessario però – ha detto Giulietti – essere scorta mediatica di chi in un territorio difficile sta lavorando per ripristinare la legalità. Nel silenzio la camorra riesce a costruire il proprio consenso e a fare i propri affari». Di qui l’invito ai colleghi ad occuparsi, con servizi ed inchieste, di quanto accade sul territorio flegreo per la gestione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali. Il caso, che coinvolge anche un giornalista, sarà segnalato all’osservatorio del Viminale sui cronisti minacciati. «Ringraziamo il presidente della Fnsi Giulietti e il segretario del Sugc Claudio Silvestri per la sensibilità e la forte attenzione che hanno mostrato per quanto sta avvenendo a Quarto – dicono il sindaco Antonio Sabino e il giornalista Nello Mazzone – Noi andiamo avanti facendo, semplicemente, il nostro dovere».