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BACOLI/ Il mondo dell’archeologia in lutto, è morto Paolo Caputo

BACOLI/ Il mondo dell’archeologia in lutto, è morto Paolo Caputo
  • Pubblicato21 Settembre 2015

Paolo CaputoBACOLI –  Stroncato da un male incurabile. E’ morto ieri all’età di 61 anni Paolo Caputo, responsabile archeologo degli scavi di Cuma e Baia sommersa. Studioso e gran conoscitore dell’area flegrea. Da sempre impegnato alla valorizzazione, oltre che alla conservazione dei siti, aveva sostenuto la necessità di realizzare nuovi scavi, dando seguito a quelli iniziati nel 2012, quando sull’acropoli fu scoperto un importante edificio di culto. Era anche autore di una guida archeologica del sito, dove era spiegato il collegamento che esiste tra i resti dell’itinerario di Cuma e i reperti trasferiti al Museo Archeologico di Napoli.

MESSAGGIO DI CORDOGLIO – Cittadini di Bacoli, associazioni e amministrazione comunale si stringono alla sua famiglia per la prematura scomparsa del Dr. Paolo Caputo. Cordoglio arriva anche dall’assessore ai beni culturali Gennaro Di Fraia attraverso la pagina istituzionale del comune:“Cuma ha perso oggi uno dei suoi figli più cari. Un figlio d’elezione, nato altrove, che qui ha speso i suoi anni e le sue energie migliori, illustrando le infinite storie di un passato glorioso celato dalla terra e dalla dimenticanza. Paolo Caputo è stato stroncato da una breve malattia che ha interrotto i suoi sogni, le sue speranze, i suoi tanti progetti. Era un funzionario integro e scrupoloso, uno studioso attento e sensibile, uno scavatore instancabile. Da oggi non si aggirerà più nella piana e nelle grotte della città della Sibilla, né scalerà più quell’acropoli veneranda ricoperta di boschi carezzati dal vento del mare. Non lo si incontrerà al suo tavolo da lavoro, nell’ufficio ingombro di pratiche. A Cuma, il dottor Paolo Caputo non c’è più, anche se vi resterà per sempre. E’ lui che ha riportato alla luce il tempio di Iside, parte dell’anfiteatro e tante, tantissime altre presenze, svelando anche i misteri della Crypta Romana sotto l’acropoli. Amava ogni periodo della storia del sito che gli era stato affidato e la illustrava incessantemente, con una fitta serie di pubblicazioni e conferenze. Aveva solo 61 anni. Gli sia lieve la terra, gli sia concesso il dono del ricordo e della gratitudine. La nostra terra glielo deve”.