Arenile libero a Pozzuoli, Del Vaglio smonta le esultanze di sindaco e maggioranza: «Non cambierà niente»

POZZUOLI – «Se vivete a Pozzuoli e domattina non vi sarete svegliati alle Seychelles, non state sognando: é proprio così. Non sarà cambiato nulla. Voglio rassicurarvi: andrete al mare, sui lidi, e troverete ancora il solito gestore, il solito matrimonio, il solito furbetto che non vi fa portare da mangiare. Si, la spiaggia libera sarà ancora ristretta tra due concessioni troppo grandi.» È quanto afferma la consigliera comunale Marzia Del Vaglio dopo l’approvazione ieri del nuovo piano spiagge definito “evento storico” dal sindaco Manzoni e dalla sua maggioranza.
LE PERPLESSITA’ – «Ahimè no: nessuno oggi ha “liberato il mare”. Il mare “é libero” per legge. – aggiunge Del Vaglio che non ha votato l’atto – Se qualcuno vi ostacola l’accesso, vi impedisce di portare il cibo, dovete denunciare e chiamare i vigili. Anzi, chiamate il Sindaco e i suoi consiglieri, paladini del Mare libero, perché facciano intervenire le forze dell’ordine. Ma quindi, cosa ha fatto oggi il Consiglio Comunale di Pozzuoli? Ha approvato – spiega Del Vaglio – un mero atto di indirizzo (verso se stesso) a dare mandato di iniziare a rivedere, secondo le nuove linee guida, il Piano delle Aree Demaniali (PAD). Ciò con l’obbiettivo di arrivare al 2026 con nuovi concessionari. Certo, alcuni obiettivi sono assolutamente condivisibili: ampliare le spiagge libere fino al 50%, garantire spiagge senza barriere architettoniche, riequilibrare i lotti in concessione. Altre meno: a Pozzuoli si sono inventati, senza spiegare oltre, i “matrimoni per pubblica utilità”. Una roba aberrante. Ma, badate bene, tutte queste affermazioni di principio sono carta straccia se il Consiglio non fa quello che deve fare: approvare il PAD in tempi brevi! Questo consentirebbe di avviare una discussione seria sul demanio marittimo, che comprenda anche ormeggi, concessioni di acquacoltura, mitili, regolazione della Movida, ecc ecc. Eppure, nulla si vede all’orizzonte, se non una frattura istituzionale difficile da riparare. Peccato, perché il demanio andrebbe trattato con serietà e non demagogia»