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AREA FLEGREA/ Pozzuoli e Quarto “capitali” dei soldi falsi

AREA FLEGREA/ Pozzuoli e Quarto “capitali” dei soldi falsi
  • Pubblicato23 Settembre 2014

di Alessandro Napolitano

falsari
Banconote false scoperte dalla Guardia di Finanza

POZZUOLI – L’area flegrea capitale del falso. Secondo la Guardia di Finanza sarebbero in particolare Pozzuoli e Quarto i due centri da cui proviene la maggiorparte delle banconote false che circolano in Europa. A rivelarlo sono le indagini del nucleo tributario delle fiamme gialle. Lo riporta Amalia De Simone sulle pagine del Corriere della Sera. Assieme alle due cittadine flegree ci sono anche Afragola, Marano, Giugliano e Aversa. «La scuola partenopea viene denominata in ambito comunitario “Napoli group” – spiega il comandante del nucleo antisofisticazione monetaria della guardia di finanza di Napoli, Gerardo Marinelli – Loro sono i falsari storici della provincia di Napoli, hanno un’elevatissima professionalità che negli ultimi anni tramandano insegnando a chi, prevalentemente dall’estero, viene ad imparare le tecniche base della falsificazione. Ogni stamperia ha una struttura aziendale e ci sono varie figure. C’è il committente che investe il capitale, in genere circa 200 mila euro per l’acquisto dei macchinari. Poi c’è il tipografo, un maestro capace di replicare ologramma, filigrana e calcografia delle varie banconote. E c’è il grossista che piazza le banconote ai dettaglianti».

L’ALLARME – In nove anni, dal 2002 al 2011, il numero di biglietti sequestrati è di circa 5 milioni e mezzo per un valore di 400 milioni di euro. «I tagli da 20 e da 50 euro sono le banconote più contraffatte perché circolano di più e la gente dedica poca attenzione – sottolinea il capo del dipartimento circolazione monetaria della Banca d’Italia, Letizia Radoni – Bisognerebbe toccarli muoverli, guardarli: le caratteristiche di sicurezza di prima fascia metterebbero in condizione tutti di distinguere i biglietti falsi. La banca centrale europee e le banche centrali delle singole nazioni hanno voluto mettere in circolazione la seconda serie delle banconote proprio per rafforzare le caratteristiche di sicurezza».

BENEDUCE E LA STAMPERIA A LICOLA – Tra le operazioni più importanti della Guardia di Finanza quella del 2010 che portò all’esecuzione di 21 ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone, tra cui nomi arcinoti alle cronache. Come quello di Gaetano Beneduce, considerato tra i promotori dell’omonimo clan assieme a Gennaro Longobardi. Il boss, all’epoca già detenuto, venne poi condannato per fabbricazione di moneta falsa a sei anni di carcere. Un reato però non collegato alla criminalità organizzata. Anche in quella inchiesta spuntarono fuori Pozzuoli e Quarto. L’organizzazione era dedita alla fabbricazione di dinari algerini. Nello stesso contesto si inserì anche la scoperta di una stamperia clandestina a Licola, nel 2009.