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Appalto pilotato al Rione Terra, l’ad della società arrivata prima: «Noi parte civile nel processo contro Figliolia. Manzoni inesperto»

Appalto pilotato al Rione Terra, l’ad della società arrivata prima: «Noi parte civile nel processo contro Figliolia. Manzoni inesperto»
  • Pubblicato16 Gennaio 2024

POZZUOLI«Appena ho saputo degli arresti, mi sono consultato con l’avvocato e abbiamo deciso che se ci sarà un rinvio a giudizio ci costituiremo parte civile nel processo visto che siamo stati danneggiati insieme al comune di Pozzuoli. Il bando non è stato mai aggiudicato e il nuovo sindaco lo ha poi annullato. Se ci sono persone che hanno sbagliato queste devono rispondere e pagare. Dovrà rispondere chi eventualmente ha commesso il reato come nel caso dell’ex sindaco Figliolia». Si costituirà parte civile Gino Pellegrino,  eletto nel 2021 per la seconda volta sindaco di Parete, comune di poco più di 6mila abitanti, con il 90,02% delle preferenze. Pellegrino è anche (e soprattutto) l’amministratore delegato della società “Cultura e Natura srl” finita nell’inchiesta che ha portato in carcere l’ex sindaco Figliolia e l’ex dirigente nazionale del Pd Nicola Oddati. Prima classificata nel bando di gara per l’assegnazione del lotto A del Rione Terra di Pozzuoli, la “Cultura e Natura” ha dovuto fare i conti con il tentativo di agevolare una sua diretta concorrete, la Cytec srl, arrivata poi seconda in graduatoria. L’assegnazione del primo lotto dell’antica rocca per 18 anni alla fine non è mai avvenuta: nel 2021, dopo aver ottenuto il maggior punteggio, la proposta della società di Pellegrino fu soggetta a verifiche della Deloitte richieste dall’allora sindaco di Pozzuoli. Infine, nell’agosto del 2022 in seguito alle indagini della Procura di Napoli, l’attuale amministrazione comunale ha annullato quel bando mettendo la parola fine sulla vicenda.

IL BANDO PILOTATO – «Il danno che abbiamo ricevuto non lo abbiamo quantificato, ma posso dire che abbiamo speso soldi e risorse. -ha spiegato Pellegrino- Poi hanno messo in atto tutta una serie di azioni per non aggiudicare la gara. Avevamo realizzato un bel progetto, tant’è vero che siamo arrivati secondi come idea progettuale e primi con l’offerta economica. Oggi non siamo più interessati alla gestione del Rione Terra, abbiamo altri interessi e le nostre risorse sono state impiegate in altri progetti». L’amministratore della società arrivata prima, nonché titolare anche di Plana Resort e Laghi Nabi, racconta le prime avvisaglie di quello che si sarebbe rivelato poi un appalto pilotato, secondo le accuse mosse dalla Procura di Napoli agli undici destinatari delle misure cautelari oggi indagati a vario titolo per corruzione e turbativa d’asta «Ce ne accorgemmo quando fu dato mandato alla Deloitte. Il nostro business plan era stato certificato, pertanto non capimmo l’interesse del comune di Pozzuoli a mettere in campo delle verifiche. Eventuali perdite sarebbero state nostre, non dell’Ente. Si trattava di una gestione e non di una costruzione o realizzazione di un qualcosa su cui loro sarebbero andati a perderci. Noi dovevamo pagare un canone, gli unici a perderci eventualmente saremmo stati noi. Da parte nostra avevano avuto tutte le garanzie.»

LE ACCUSE – Infine Gino Pellegrino stigmatizza la decisione dell’amministrazione Manzoni di annullare il bando attraverso la delibera del 2 agosto del 2022 «Non ho capito il senso, ritengo che sia stata una scelta legata all’inesperienza dell’attuale sindaco di Pozzuoli. La vicenda è stata politicizzata e pubblicizzata a partire dalla campagna elettorale. Molti alla prima esperienza da sindaco vanno avanti facendo leva sugli errori commessi da chi li ha preceduti. Io sicuramente non avrei annullato il bando, avrei approfondito e trovato altre strade anche perché questa decisione cosa ha portato? Oggi la parte alberghiera è abbandonata, non c’è stata alcuna valorizzazione del Rione Terra e anzi, con il passare del tempo credo che vadano fatti altri interventi. Ho sentito parlare di fondazione, chissà.»