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Anziana legata a un letto dell’ospedale di Pozzuoli. La denuncia della figlia: «Vergognosa umiliazione»

Anziana legata a un letto dell’ospedale di Pozzuoli. La denuncia della figlia: «Vergognosa umiliazione»
  • Pubblicato16 Settembre 2024

POZZUOLI – La denuncia è partita dai familiari di una 87enne che si sono rivolto a “Il Mattino” per raccontare quanto è accaduto alla madre di 87 anni, tenuta legata a un letto dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli per venti giorni. La donna era stata ricoverata nel reparto di Neurologia d’urgenza e, dalle foto in possesso de “Il Mattino”, la si vede distesa con braccia e gambe aperte, bloccata senza potersi muovere perché ha le mani e i piedi legati alle sponde del letto. La signora – da quanto si apprende – era stata trasferita a marzo di quest’anno d’urgenza in ospedale perché aveva avuto dei problemi neurologi dovuti all’Alzheimer.

IL RACCONTO – Secondo quanto riporta “Il Mattino” in un articolo a firma di Rossana Russo la figlia, M.D., racconta di aver vissuto i peggiori 20 giorni della sua vita. La madre, 87 anni, è sempre stata tra la sua casa e una struttura riabilitativa, poi un malore improvviso l’ha costretta ad andare al pronto soccorso. «Era diventata gialla, – ha raccontato la donna al giornale – l’ho portata a La Schiana di Pozzuoli, l’hanno ricoverata e un giorno l’ho trovata legata. Gli infermieri mi hanno detto che si dimenava e voleva togliersi l’accesso venoso e che poteva essere pericoloso soprattutto perché affetta da Alzheimer. Ma per mia madre non c’era mai stato bisogno di adottare questi metodi che loro chiamano contenitivi ma che di fatto sono come torture».

LA DENUNCIA – Alla figlia, che aveva chiesto spiegazioni, il personale le avrebbe risposto che la donna era stata legata per motivi di sicurezza e a nulla sarebbero servite le richieste di slegarla «Mia mamma non veniva nutrita adeguatamente – ha raccontato M.D. a “Il Mattino” – io stessa cercavo di farle bere un po’ d’acqua non potendo lei muovere le mani, in quei giorni ha perso dieci chili. La trovavo sempre assetata. È uscita su una sedia a rotelle, aveva tanti lividi, soprattutto sui polsi, le mani e le caviglie. La legavano con fasce di pannoloni. Ne parlo ora perché lei era impaurita, e se avessi dovuto portarla ancora in ospedale in quel reparto temevo che sarebbe andata anche peggio. Oggi mia madre non c’è più, è deceduta tre mesi fa. Purtroppo dovrò sempre pensare che nei suoi ultimi mesi di vita ha dovuto subire questa vergognosa umiliazione e tanta sofferenza».