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AMBIENTE/ Il “No fracking Italy” sbarca a Pozzuoli per dire “no” alle trivellazioni

AMBIENTE/ Il “No fracking Italy” sbarca a Pozzuoli per dire “no” alle trivellazioni
  • Pubblicato10 Ottobre 2014

di Alessandro Napolitano

fracking
La locandina dell’incontro

POZZUOLI – C’è anche Pozzuoli tra le città che ospiteranno eventi in occasione della giornata mondiale contro il “fracking”, le trivellazioni idrauliche ritenute dannosissime per l’ambiente sotto molti aspetti. L’appuntamento è per sabato, 11 ottobre, in corso della Repubblica 78, a partire dalle 10 del mattino. L’evento è stato organizzato dai Meridionalisti Democratici Federalisti Europei, in collaborazione con il gruppo promotore della Campagna nazionale “No Fracking Italy”.

GIORNATA INFORMATIVA – Alla giornata informativa parteciperanno Sergio Bravi, geologo, che relazionerà su “Fracking e Trivellazioni”; Nicola Olivieri, medico del lavoro-igienista industriale che parlerà di “Ambiente e Salute”; Alessandro Citarella, segretario regionale Meridionalisti Democratici, che illustrerà un quadro della “Politica Energetica al Sud”. In chiusura, previsto un collegamento via skype con Pietro Dommarco, giornalista freelance specializzato in tematiche ambientali. Collaboratore del mensile Altreconomia. Promotore della Campagna nazionale “No Fracking Italy”. Spiegano i militanti della Rete Nazionale No Fracking Italy: «Il fracking – meglio conosciuto come fratturazione idraulica – è una delle tecniche di perforazione utilizzata dalle compagnie petrolifere per stimolare i giacimenti di idrocarburi, che – sfruttando l’iniezione di liquidi ad alta pressione – provoca delle fratture negli strati rocciosi più profondi del terreno. Un processo invasivo che favorisce l’estrazione di petrolio . Negli ultimi anni – nonostante le rassicurazioni delle compagnie petrolifere – la produzione di shale gas, soprattutto negli Stati Uniti (principale produttore mondiale), ha aperto un dibattito circa gli effetti del fracking sull’acqua, sull’aria e sulla terra, per l’uomo, per gli animali, per la flora: in una parola per il nostro ambiente, includendo anche il rischio sismico e la contaminazione delle falde causata da una miscela chimica. L’acqua utilizzata per fratturare (quasi 29 mila metri cubi all’anno per ogni singolo pozzo) viene, infatti, addizionata a diverse sostanze pericolose. Si parla di oltre 260 agenti chimici cancerogeni o altamente tossici, tra i quali naftalene, benzene, toluene, xylene, etilbenzene, piombo, diesel, formadeldeide, acido solforico, tiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrilamide, ossido di propilene, ossido di etilene, acetaldeide, di-2-etilesile, ftalati. Senza dimenticare sostanze radioattive come cromo, cobalto, iodio, zirconio, potassio, lanthanio, rubidio, scandio, iridio, krypton, zinco, xenon e manganese. Fino all’80% di questi fluidi iniettati per la fratturazione idraulica ritorna in superficie come acqua di riflusso. Il resto rimane nel sottosuolo» .