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«Vi uccido di mazzate»: paziente si scaglia contro medici e infermieri dell’ospedale di Pozzuoli

«Vi uccido di mazzate»: paziente si scaglia contro medici e infermieri dell’ospedale di Pozzuoli
  • Pubblicato2 Maggio 2023

POZZUOLI – «Vi uccido di mazzate con l’unico braccio sano che ho!». Queste sono state le parole che poco fa un paziente, in attesa al Pronto Soccorso del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, ha rivolto al medico di turno e ai suoi colleghi. Un episodio che si aggiunge alla lunga lista di violenze, fisiche e verbali, ai danni di medici e infermieri. Da inizio anno si contano già 13 aggressioni contro i ‘camici bianchi’ che operano sul territorio dell’Asl Napoli 2 Nord. Secondo una prima ricostruzione fatta dall’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” oggi le minacce rivolte al medico di turno a Pozzuoli sarebbero state mosse durante l’attesa che, a detta dell’uomo, sarebbe stata troppo lunga. L’aggressore, ‘catalogato’ come codice verde al Pronto Soccorso, non ha risparmiato il primario della struttura ed una infermiera del triage con offese e intimidazioni rivolte anche a loro. Poco dopo le 13 è intervenuta sul posto una volante dei carabinieri che ha ristabilito la calma ed ha raccolto le testimonianze delle vittime.

IL BILANCIO – I dati dell’Inail rivelano che le aggressioni al personale sanitario sono complessivamente 1.600 l’anno, dagli ambulatori di psichiatria alle guardie notturne, con una media di poco più di 4 al giorno. Delle 4.821 aggressioni registrate dall’Inail nel triennio dal 2019 al 2021, il 71% ha avuto come vittima una donna; l’analisi per fasce d’età indica poi che gli operatori sanitari più colpiti (39%) hanno fra 35 e 49 anni, seguiti (37%) da colo che hanno fra 50 e 64 anni. Tra le professioni più colpite ci sono gli infermieri e gli educatori impegnati con tossicodipendenti e alcolisti; seguono gli operatori socio-sanitari (29%) e a distanza i medici (3%). Fra le regioni nelle quali il fenomeno è più frequente c’è la Puglia. Per gli addetti ai lavori questi numeri descrivono però solo la punta di un iceberg. Per esempio, secondo l’Ordine delle professioni infermieristiche, non vengono quasi più denunciate le aggressioni verbali, che sono comunque motivi importanti di stress e che possono portare anche ad abbandonare la professione.