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QUARTO/ Ucciso e sciolto nell’acido per uno scambio di persona, scattano altri tre arresti

QUARTO/ Ucciso e sciolto nell’acido per uno scambio di persona, scattano altri tre arresti
  • Pubblicato27 Marzo 2024

QUARTO – Fu ucciso per un errore da esponenti di spicco del clan Polverino perché ritenuto l’amante “indesiderato” della sorella di un esponente apicale del sodalizio. E il suo corpo venne distrutto con l’acido. Giulio Giaccio, operaio incensurato di 26 anni, assassinato nel luglio di 23 anni fa, con la camorra non aveva alcun tipo di legame. Secondo quanto emerso dalle indagini si trattò di uno scambio di persona. Questa notte i carabinieri hanno notificato tre ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altri tre soggetti, ritenuti responsabili dell’omicidio. Si tratta di Raffaele D’Alterio, 53enne; Salvatore Simioli, 56enne e Luigi De Cristofaro, 55enne, a cui si è giunti attraverso le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia. Sotto processo per la morte di Giaccio ci sono già Carlo Nappi e Salvatore Cammarota, reo confessi, ritenuti esponenti del clan camorristico Polverino operante sul territorio di Marano e Quarto, e il collaboratore di giustizia Roberto Perrone. L’inchiesta è condotta dai pm Giuseppe Visone e Maria Di Mauro. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, De Cristofaro e Simioli (assistiti dall’avvocato Luca Gili) facevano parte del commando che prelevò Giaccio, mentre D’Alterio è ritenuto l’esecutore materiale, che causò la morte dell’operaio, sparandogli un colpo di pistola alla testa. Nappi e Cammarota sono ritenuti, invece, i mandanti, mentre Perrone sarebbe stato presente nell’auto in cui si è consumato l’efferato omicidio.

L’OMICIDIO – Le indagini degli inquirenti hanno permesso di scoprire che l’operaio di Pianura, Giulio Giaccio, venne scambiato per un certo Salvatore, un uomo che stava intrattenendo una relazione osteggiata con la sorella di Cammarota, esponente apicale del sodalizio criminale. Gli assassini, fingendosi poliziotti, costrinsero la vittima – che era in compagnia di un amico il quale poi avvertì i familiari – a salire a bordo della propria auto dove venne interrogato. Giaccio negò più volte di avere una relazione sentimentale con quella donna, ciononostante venne ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla testa e il cadavere fu distrutto completamente con l’acido.