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QUARTO/ Nove consiglieri comunali contro il decreto sicurezza di Salvini: “Va sospeso”

QUARTO/ Nove consiglieri comunali contro il decreto sicurezza di Salvini: “Va sospeso”
  • Pubblicato10 Dicembre 2018
Giovanni Santoro, uno dei firmatari della mozione

QUARTO – Anche nella città di Quarto il decreto sicurezza sta creando dibattito: nove consiglieri comunali ne hanno chiesto la sospensione mediante una mozione. Un episodio già registratosi nella città di Lecco quando la Camera ha sancito l’approvazione del decreto Salvini. Sotto la lente la normativa relativa alla gestione dell’immigrazione e dell’accoglienza in Italia. A Quarto i firmatari della mozione chiedono al Consiglio di avanzare al ministero dell’Interno e al Governo la richiesta di sospendere, in via transitoria fino a conclusione dell’iter parlamentare, comprese le possibili azioni di riconoscimento di illegittimità costituzionale, gli effetti dell’applicazione del decreto legge numero 113/2018 e aprire un confronto con le città italiane, al fine di valutare le ricadute concrete di tale decreto sull’impatto in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori.

LA MOZIONE – «Riteniamo che la normativa in oggetto sia connotata in maniera fortemente razzista e classista, e da una attenta lettura ne emergerebbe, più che un indirizzo politico risolutivo, una ferma volontà “punitiva e di marginalizzazione sociale”, soprattutto in tema di immigrazione. L’applicazione di tale Decreto comporterebbe, a nostro avviso, l’acuirsi di tensioni sociali che potrebbero minare le basi stesse della civile convivenza nel Paese, oltre che determinare un pericoloso corso ‘liberticida’ per quanto attiene la possibilità ‘democratica’ di far valere le ragioni del dissenso», scrivono i consiglieri comunali. In calce alla mozione ci sono le firme di Vincenzo Lucchese, Filippo Celano, Davide Secone, Giuseppina Rollin, Rosa Capuozzo, Raffaele Coppola, Giovanni Santoro, Alessandro Niglio e Gennaro Castellone. «Quarto è antirazzista e non ci sta: questo chiediamo sia sottoposto al giudizio del Consiglio», l’appello che parte dalla cittadina flegrea.