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QUARTO/ “La natura in un click”, al museo di Paleontologia di Napoli espongono due artisti flegrei – LE FOTO

QUARTO/ “La natura in un click”, al museo di Paleontologia di Napoli espongono due artisti flegrei – LE FOTO
  • Pubblicato11 Aprile 2014

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Due artisti flegrei espongono al museo di Paleontologia

di Stefano Erbaggio
QUARTO –
Studenti flegrei espongono all’Università di Napoli. Parte oggi, e durerà un mese, la mostra di fotografia naturalistica “Res Naturae: la natura in click”, organizzata dagli studenti di Scienze Naturali della Federico II e curata dal docente Salvatore Viglietti, a cui partecipano anche due ragazzi dei Campi Flegrei.

ESPOSIZIONE SCIENTIFICA – La mostra mira ad immortalare ed esporre alcuni istanti di pura bellezza che la natura ci offre per diffondere la passione verso di essa. La sede è il Museo di Paleontologia di Napoli, in concomitanza con “Collezionare la Natura”, l’annuale manifestazione che riunisce a Napoli collezionisti da tutta Italia ed organizza momenti di divulgazione scientifica con i maggiori esperti del settore, come l’ormai ospite fisso Alberto Angela. «Ho pensato di organizzare l’esposizione perché ho capito che i nostri scatti hanno un valore – spiega Marcello Bizzarro, lo studente ideatore dell’iniziativa – Ci siamo creati l’occasione senza che nessuno ce la offrisse, con le nostre sole forze, sfruttando la disponibilità dell’Università e dei suoi musei, creando anche un ulteriore motivo per visitarli».

QUARTO FUCINA DI ARTISTI – Enza Notorio e Enrico Tammariello, entrambi provenienti da Quarto, sono gli studenti flegrei che partecipano alla mostra. «Il nostro territorio si presta benissimo a tutti quelli che vogliono scattare qualche foto naturalistica interessante. – racconta Enza – Io ad esempio ho utilizzato il lago d’Averno per scattare molte foto. Il sito si presta perfettamente a tale scopo, grazie alla ricca biodiversità che ospita». Grazie alla loro natura vulcanica, i Campi Flegrei conservano squarci di bellezza irripetibili, stressati fino allo sfinimento dall’attività umana.  «I Campi Flegrei soffrono – conclude – per l’eccessiva urbanizzazione che ha provocato la restrizione degli habitat, i quali sono lontani tra di loro e privi di collegamenti. Per questo motivo, se per fortuna le specie di sono conservate, sono anche isolate. Bisognerebbe investire nella tutela della biodiversità, perché il territorio può offrire tantissimo».

LE FOTO

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