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QUARTO/ Il disperato appello della piccola Martina a Mattarella «Non fate abbattere la nostra casa»

QUARTO/ Il disperato appello della piccola Martina a Mattarella «Non fate abbattere la nostra casa»
  • Pubblicato17 Novembre 2020

QUARTO – «Buongiorno signor Presidente, mi chiamo Martina Fabozzi, ed ho quasi 13 anni, li compirò sabato 21 novembre e molto probabilmente non potrò festeggiarli come gli altri anni. Certi signori hanno deciso di voler abbattere la nostra casa, la casa dove sono nata e dove ho tutti i miei ricordi. Ora io non so spiegarle bene perché sta succedendo tutto questo, ho capito che dei permessi per costruire la casa prima andavano bene e adesso non più e allora la legge dice che bisogna abbatterla; ma possibile che non esiste un’altra soluzione? Non si può cambiare idea? Io non conosco tutte le leggi, ma Lei si ed è per questo che le chiedo di aiutarci, di proteggerci perché Lei è il Presidente di tutta l’Italia. Ci sono tante persone che vorrebbero aiutarci ma non sanno come fare, ed ora che siamo obbligati a starcene chiusi in casa per la zona rossa ho paura che resteremo da soli. Mia madre mi dice che devo continuare a studiare e stare tranquilla, ma io proprio non ci riesco a non pensare che potrei non avere più una casa dove stare con la mia famiglia, insieme, soprattutto adesso che fuori c’è il Covid.»

«Dove andremo? Dove trascorreremo il Natale? Dovremo stare ospiti a casa di amici o parenti? Tutto questo è molto triste anche se cerco di farmi forza per aiutare i miei genitori che ora stanno tanto soffrendo ed io devo fare qualcosa per loro perché ho bisogno che ritornino a sorridere con me e mio fratello come hanno sempre fatto. Sono giorni bruttissimi, ho paura Presidente Mattarella, paura di non poter stare più con i miei genitori, paura che arrestino mio padre perché fuori casa ci sono tanti carabinieri, paura che non potremo mai più avere una casa perché non abbiamo tanti soldi. La prego perciò di venire ad aiutarci, di convincere chi ha preso questa decisione a cambiare idea e che se pure dobbiamo avere una punizione ma che ci lascino la nostra unica casa. Spero che leggerà questa lettera e che deciderà di aiutarci.»

Martina Fabozzi