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QUARTO/ Cesarano-Tarantino: la “guerra” giudiziaria che va avanti da anni

QUARTO/ Cesarano-Tarantino: la “guerra” giudiziaria che va avanti da anni
  • Pubblicato7 Luglio 2019
da sinistra: Alfonso Cesarano e Angelo Tarantino

QUARTO – Nel processo penale che si aprirà di fatto il prossimo ottobre sono su opposti fronti, imputato da una parte e persona offesa dall’altra. Eppure, tra la famiglia Cesarano – a capo di una nota catena di ditte di onoranze funebri – e Angelo Tarantino, imprenditore attivo nello stesso settore, la “guerra” giudiziaria era iniziata già molto tempo fa. Precisamente nel settembre del 2015, quando il rappresentante legale della Eredi Cesarano propose un ricorso al Tar contro la ditta Tarantino.

IL RICORSO – I giudici erano stati interpellati per chiedere l’annullamento del provvedimento emesso dal Comune di Quarto con il quale si autorizzava a svolgere il servizio in città alla Onoranze Funebri Tarantino, chiedendo inoltre di verificare il possesso da parte di quest’ultima dei requisiti necessari previsti dalle norme nazionali, regionali, e regolamentari. Infine, veniva chiesto al Comune di adottare nei confronti della ditta Tarantino eventuali sanzioni.

QUATTRO ANNI DOPO – Ebbene, quattro anni dopo la vicenda giudiziaria è tornata di nuovo di interesse per il Tar. Considerato però il tempo trascorso dal deposito del ricorso, ora i giudici chiedono ai ricorrenti se ancora abbiano interesse affinché venga presa una decisione. «Le parti hanno l’onere di presentare eventuali documenti e memorie sull’argomento» hanno scritto i giudici della Terza sezione del Tar della Campania, aggiungendo: «in difetto di chiarimenti sul permanere dell’interesse alla decisione di merito, è sin d’ora ravvisabile un profilo di possibile improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse».

LA PROSSIMA UDIENZA – Se ne riparlerà il prossimo ottobre, un mese prima del processo che vede imputati molti dei componenti della famiglia Cesarano, e che vede parte lesa lo stesso Tarantino. Tra le accuse, a vario titolo, voto di scambio e tentata estorsione, entrambi aggravate dalla finalità mafiosa.