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Progetto Geogrid e trivellazioni ad Agnano: interviene l’Osservatorio Vesuviano

Progetto Geogrid e trivellazioni ad Agnano: interviene l’Osservatorio Vesuviano
  • Pubblicato15 Giugno 2020

POZZUOLI – «Soltanto ieri (sabato 13 giugno 2020) è stato permesso alle squadre operative geochimiche, sismologiche e vulcanologiche dell’Osservatorio Vesuviano – INGV di accedere al cantiere della perforazione realizzato nell’ambito del progetto Geogrid, sito in Via Antiniana (Pozzuoli, accompagnati dalla Polizia Municipale e alla presenza del Sindaco di Pozzuoli Figliolia. Le squadre operative hanno effettuato sopralluoghi e campionamenti nell’area interessata. Si sta procedendo alle analisi di quanto acquisito i cui risultati saranno prontamente comunicati a tutti i soggetti istituzionali di pertinenza.» Questo è quanto si legge da una nota, diramata nella giornata di domenica, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in merito alla trivellazione effettuata in zona Agnano-Pisciarelli, che tanto sta facendo discutere in città. Il cantiere è attualmente fermo dopo lo stop dell’amministrazione comunale di 5 giorni fa e per avere informazioni e rassicurazioni occorre aspettare.

IL PROGETTO GEOGRID – Si tratta di un progetto di ricerca e sviluppo dal costo complessivo di circa 4,6 milioni di euro finanziati con fondi europei e regionali. A portarlo avanti un “consorzio” di imprese ed enti pubblici tra cui la società Graded, le Università Federico II, Parthenope e Vanvitelli, il Cnr e lo stesso INGV. La finalità del progetto è lo sviluppo di tecnologie e di sistemi innovativi per l’uso sostenibile della risorsa geotermica ad alta, media e bassa entalpia con impianti ad elevata efficienza energetica e ridotto impatto ambientale. Lo scavo del pozzo, la cui profondità avrebbe dovuto essere di circa 100 metri, doveva servire proprio per la fase sperimentale delle attività.

NESSUNA AUTORIZZAZIONE – È ancora mistero sulle autorizzazioni ai lavori che pare sia stata rilisciata dalla Regione senza che nulla fosse stato comunicato al Comune di Pozzuoli. L’intervento è stato considerato di edilizia libera quindi non soggetto ad alcuna autorizzazione comunale, ma secondo gli uffici tecnici dell’Ente, che ne hanno disposto la sospensione, così non è. Naturalmente, tutto questo ha generato la forte preoccupazione e le proteste di cittadini e comitati che improvvisamente si sono visti spuntare una nuova e “potente” fumarola nel quartiere. L’emissione è costituita in gran parte da vapore acqueo, ma ci sarebbe presenza anche di idrogeno solforato, anidride carbonica e acido solfidrico. Le indagini in corso da parte dell’Osservatorio Vesuviano dovrebbero servire, tra le altre cose, anche a stabilire la composizione chimica e l’eventuale pericolosità del flusso gassoso in uscita che ha ricoperto con una patina bianca l’area circostante.

GLI SCIENZIATI – Per il momento nessuna dichiarazione è stata rilasciata dalla vasta comunità scientifica che sta portando avanti il progetto. Eppure tra i principali attori c’è proprio l’INGV, che attraverso l’Osservatorio Vesuviano monitora l’attività della Caldera Flegrea. A farsi sentire, a titolo personale, è stato il vulcanologo dell’INGV Giuseppe Matrolenzo, da sempre oppositore dello sviluppo della geotermia, in particolar modo nella zona flegrea, densamente abitata e ad alto rischio vulcanico. Secondo Mastrolenzo, da dichiarazioni rilasciate a “Napoli Today”: «L’energia geotermica non è né sicura né pulita. Il principio fondamentale per cui mi oppongo a queste attività, è che innanzitutto a livello mondiale si è accertato che trivellazioni, estrazioni di fluidi e iniezioni di fluidi, possono comportare gravi conseguenze, in particolare la sismicità innescata, la dispersione di gas nell’ambiente, l’alterazione dei sistemi idrotermali, la subsidenza del suolo ed in alcuni casi esplosioni freatiche prodotte dall’accumulo di gas nel sottosuolo». Per il vulcanologo ci potrebbero essere seri problemi anche per l’eventuale chiusura del pozzo.

L’ESPERTO – Ad intervenire nel dibattito, attraverso un lungo commento facebook, anche il Vulcanologo Giuseppe Luongo: «Il Sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia ha chiuso il cantiere della trivellazione ad Agnano, autorizzato dalla Regione Campania per lo sviluppo di un progetto sulla geotermia finanziato dal POR FESR Campania 2014-2020, motivando tale scelta con la necessità di tutelare la comunità residente nell’area in mancanza di rassicurazione scientifica. Ma al Progetto partecipa la comunità scientifica in forze con l’Università Federico II, l’Università Parthenope, l’Università Vanvitelli, l’Università degli Sannio, il CNR e l’INGV. Cosa risponde al Sindaco di Pozzuoli la comunità scientifica impegnata nel Progetto e il Dipartimento di Protezione Civile? Il Sindaco dichiara che mancano le rassicurazioni scientifiche sulla pericolosità delle operazioni in atto ad Agnano e così ha scelto di seguire il principio di precauzione, interrompendo la perforazione. Ora ci si chiede se i responsabili del Progetto abbiano valutato il livello di pericolosità della perforazione e, in caso affermativo, se tale livello sia ritenuto accettabile dalla comunità interessata (Comune di Pozzuoli e Comune di Napoli ). Nell’attuale fase di attività del bradisismo bisogna porre massima attenzione e cautela nella valutazione della pericolosità e quanto possa perturbare la perforazione lo stato di equilibrio del sistema idrotermale di Agnano – Pisciarelli. Una tale valutazione prevede un esercizio complesso, ma il sistema naturale ci aiuta se in equilibrio, in quanto l’azione della perforazione può ritenersi trascurabile e l’effetto contenuto in un volume limitato del corpo geologico e, quindi, di bassa energia. Ma se non è noto lo stato del sistema o, peggio, se temiamo che il sistema sia in equilibrio precario, allora è necessario scegliere di seguire il principio di precauzione come ha fatto il Sindaco di Pozzuoli. Restiamo in attesa di cosa ci dicono gli scienziati che partecipano al Progetto e cosa ci dice la Protezione Civile.»