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POZZUOLI/ Tragedia al corteo, insegue auto pirata e muore di infarto

POZZUOLI/ Tragedia al corteo, insegue auto pirata e muore di infarto
  • Pubblicato2 Febbraio 2017

manifestazione_vittorinoPOZZUOLI – «Abbiamo perso un lavoratore, non è possibile che per lavorare dobbiamo pagare con la vita». E’ l’amaro sfogo di Angelo D’Isanto, collega di Raffaele Vittorino, il 62enne puteolano morto per un infarto dopo aver tentato di fermare un’auto pirata che poco prima era finita contro i manifestanti in via Ponte dei Francesi.

L’INSEGUIMENTO E IL MALORE – I lavoratori erano giunti in corteo nei pressi del Provveditorato agli studi, quando un’auto è piombata sul corteo, ferendo due persone. Il 62enne si è subito lanciato all’inseguimento della vettura, nonché a soccorrere i due colleghi finiti per terra, ma il suo cuore non ha retto. Trasportato al Loreto Mare, Vittorino è deceduto poco dopo.

RABBIA TRA I SINDACATI – «Le forze dell’ordine facciano immediatamente chiarezza sulla dinamica di quanto accaduto e individuino il responsabile e i motivi di questo folle gesto – hanno commentato i responsabili cittadini di Cgil e Filcams, Walter Schiavella e Giovanni Nughes – Davanti al Miur era in corso una manifestazione dei lavoratori addetti alle pulizie scolastiche che sollecitavano la partenza del piano di investimenti e di attività annunciato per l’inizio del 2017 ma ancora fermo al palo. Risorse che consentirebbero di dare respiro a lavoratori che da mesi di dibattono tra cassa integrazione e disagi occupazionali di ogni tipo. Nessuno adesso strumentalizzi questa tragedia».

“NON SI PUO’ MORIRE IN QUESTO MODO” – Per Gianpiero Tipaldi e Stefania Chirico, responsabili della Cisl Napoli e della Fisascat si tratta di «un fatto gravissimo che ci lascia esterrefatti. Non si può morire in questo modo. Speriamo che si faccia luce presto su questa tragedia. Siamo vicini al dolore della famiglia che si è vista privare all’improvviso di un proprio caro mentre era in piazza per vedere riconosciuto un suo diritto». Per Giovanni Sgambati, subcommissario della Uil Campania «Non si può morire per difendere un lavoro, peraltro precario. È veramente una brutta pagina per Napoli e per la Campania. Questi lavoratori stavano protestando per avere la conferma dei pagamenti delle spettanze per le attività che stanno svolgendo nelle scuole come migliaia di altri loro colleghi».