POZZUOLI/ Strisce blu nel parcheggio dell’ospedale: scoppia la polemica

di Gennaro Del Giudice

POZZUOLI – Tredici euro per assistere giorno e notte la madre ricoverata in ospedale. E’ quanto sarà costretta a pagare Lucia De Cicco, disabile, per lasciare la propria auto nel parcheggio del “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli dove da questa mattina entra in funzione la sosta a pagamento con strisce blu. Stessa cosa varrà per coloro che dovranno accompagnare i propri cari al pronto soccorso: accompagnata la persona che necessita di cure all’ingresso del nosocomio, l’automobilista dovrà lasciare la propria vettura all’interno del parcheggio a pagamento per non ritrovarsi in “divieto di sosta”.

IL PAGAMENTO – Le tariffe per la sosta all’interno del parcheggio del nosocomio flegreo prevedono il pagamento di 1 euro e 50 centesimi per la prima ora e 50 centesimi per le ore successive, sia di notte che di giorno. La gestione è affidata alla “Società Cooperativa Piazza Virtuale”, una cooperativa sociale di disabili, in seguito a una delibera di Giunta regionale del 2011, a cui andrà il 10% degli introiti mentre il restante 90% finirà nelle casse della Onlus. Assenti, fino a questo momento, le strisce bianche. L’entrata in vigore della sosta a pagamento è stata “pubblicizzata” dalla stessa cooperativa attraverso un volantino diffuso e affisso presso l’ospedale.

LA DENUNCIA – «Un’associazione di disabili che farà pagare i disabili e gli utenti dell’ospedale in stalli blu a pagamento con tariffa oraria da 1,50 per la prima ora e 0,50 per le successive – afferma Lucia De Cicco, presidente del comitato “ECO della Fascia costiera” – non ci sono stalli bianchi come previsto per legge. Ma cosa pensano che l’ospedale è un teatro o un centro benessere?». Sul caso il consigliere regionale Antonio Amato ha presentato un’interrogazione al Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro: «Per conoscere se non si ritenga doveroso procedere a una più dettagliata disamina dei rilievi sollevati e a consentire un approfondimento tecnico che accerti la possibilità di alternative, peraltro sancite dalla norma, circa l’uso di uno spazio pubblico destinato ai malati e ai loro congiunti, dato in affido a privati».