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POZZUOLI/ Strage del bus, una messa a Monteforte per ricordare le 40 vittime

  • Pubblicato23 Luglio 2019

POZZUOLI – L’immagine della carcassa accartocciata del pullman, precipitato in una scarpata dell’Autostrada A16 Napoli-Canosa dopo un volo di trenta metri dal viadotto Acqualonga, resta impressa nelle menti dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime. Sono trascorsi sei anni dalla tragedia che il 28 luglio del 2013 vide morire 40 persone, quasi tutte residenti nella città di Pozzuoli. Solo otto i sopravvissuti; tra loro cinque bambini che sono tornati a casa dopo mesi di cure e che sul corpo portano ancora le ferite di quella terribile strage. I pellegrini stavano rientrando da una gita trascorsa a Pietrelcina. Un viaggio di sola andata per la maggior parte di loro: la vittima più giovane aveva 16 anni.

LA MESSA – Anche quest’anno l’amministrazione comunale di Monteforte Irpino, unitamente al parroco della comunità locale, Antonio Testa, ha deciso di celebrare una messa in suffragio delle vittime. «Un momento che lega la comunità di Pozzuoli con quella di Monteforte Irpino e che ogni anno è in grado di rafforzare un sentimento di fratellanza e condivisione – dichiara il sindaco Costantino Giordano – . Ricordare è la forma più nobile di civiltà, è una testimonianza fervida di affetto ed unione». La cerimonia eucaristica sarà celebrata sabato 27 luglio alle 19 presso la chiesa di San Nicola di Bari in piazza Umberto I a Monteforte Irpino. A seguire un momento di commemorazione presso il luogo dell’incidente dove sarà posta una corona di fiori.

IL PROCESSO – Ci sono voluti anni di udienze per arrivare alle richieste della Procura di Avellino, annunciate in aula il 10 ottobre 2018 dal pm Rosario Cantelmo: 12 anni di reclusione per Gennaro Lametta, 10 anni per Castellucci e per altri 11 dirigenti della società. A gennaio scorso la sentenza di primo grado con l’assoluzione dell’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, così come per alcuni dei dirigenti di Aspi: l’ex direttore generale Riccardo Mollo, Marco Perna, Massimo Fornaci, Antonio Sorrentino e Michele Maietta, per i quali la Procura irpina aveva chiesto 10 anni di carcere. Condannato, invece, a 12 anni di reclusione Gennaro Lametta, titolare dell’agenzia di viaggi Mondo Travel che noleggiò il bus. Condannata anche Antonietta Cariola, funzionaria della Motorizzazione di Napoli, a 8 anni di reclusione a fronte della richiesta di 9 anni da parte della Procura di Avellino. Condannati a 6 anni di reclusione i dirigenti di Aspi Nicola Spadavecchia e Gianluca De Franceschi, a 5 anni Paolo Berti, Michele Renzi, Bruno Gerardi e Gianni Marrone. Assolto infine Vincenzo Saulino, uno dei due funzionari della Motorizzazione civile imputato nel processo insieme ad Antonietta Cariola, e per il quale il pubblico ministero aveva chiesto la pena di 6 anni e 6 mesi di reclusione.