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POZZUOLI/ Opposizione e Gruppo Misto compatti: «Consiglio comunale farsa, noi non ci stiamo»

POZZUOLI/ Opposizione e Gruppo Misto compatti: «Consiglio comunale farsa, noi non ci stiamo»
  • Pubblicato19 Febbraio 2020
Il consigliere Pasquale Giacobbe

POZZUOLI – «Oggi in Consiglio Comunale si terrà una seduta farsa, mirata esclusivamente a ratificare scelte prese da altri in altre sedi. Dopo l’avallo all’opera da 54 milioni di euro della settimana scorsa, altre tre opere importanti saranno imposte al voto scontato di un Consiglio Comunale completamente svuotato da qualsiasi ruolo e possibilità di incidere. Pozzuoli ed i suoi cittadini meritano rispetto. Per questo, soggetti e forze politiche di diversa natura e cultura hanno deciso di comune accordo di non prendere parte a questa seduta. Non ci stiamo. Perché non accettiamo che il Consiglio Comunale di Pozzuoli venga ridotto ad un mero strumento di ratifica per scelte ed indirizzi presi altrove». A scriverlo in una nota sono i consiglieri comunali Antonio Caso, Domenico Critelli, Vincenzo Daniele, Lydia De Simone, Pasquale Giacobbe, Domenico Pennacchio e Raffaele Postiglione.

L’AFFONDO – «Che ben vengano gli investimenti, soprattutto se rispondono ad esigenze di sicurezza per i cittadini, così come previsto dagli originali obiettivi, e sempre che le scelte da compiere siano frutto di un percorso democratico che non prescinda dal coinvolgimento della città, dei suoi rappresentati e delle forze sociali e sindacali. Solo in questo modo è possibile garantire che a raccogliere la massima utilità di un intervento sia la comunità tutta. Lo stanziamento per un’opera pubblica deve mettere al centro, come unico obiettivo, l’interesse della città e dei suoi cittadini. Deve essere strumento di crescita sociale ed economica per la collettività tutta. Le azioni messe in campo sono invece operazioni che molto probabilmente porteranno alla creazione di isole imprenditoriali sottratte alla collettività, che sarà costretta a vivere nelle parti residuali di un territorio sempre più facile preda di interessi particolari – incalzano i sette consiglieri nella nota scritta –  “Cui prodest?” è la domanda che ci poniamo come rappresentanti istituzionali di questa città. A chi serve tutto ciò? Chi beneficerà di tutte le opere realizzate ed in corso di realizzazione? Sarà Bene Comune? Probabilmente no. La verità prima o poi verrà fuori e tutti capiranno chi godrà effettivamente degli investimenti e delle opere realizzate e soprattutto di chi sono le responsabilità. Se il sindaco e il suo cerchio magico avallano e agevolano questi meccanismi, noi non ci stiamo. Difendiamo l’interesse della città, così come l’indipendenza e il diritto/dovere di scelta del Consiglio Comunale e della comunità tutta».