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POZZUOLI/ Nomi in codice e soprannomi: così comunicava la banda di “Officina Criminale” – LE INTERCETTAZIONI

POZZUOLI/ Nomi in codice e soprannomi: così comunicava la banda di “Officina Criminale” – LE INTERCETTAZIONI
  • Pubblicato18 Aprile 2015

di Gennaro Del Giudice

I 9 arrestati
I nove componeti di “Officina criminale” arrestati dai carabinieri

POZZUOLI – Restano richiusi nel carcere di Poggioreale sette dei nove componenti della banda “Officina Criminale” arrestati all’alba di giovedì dai carabinieri. Un’associazione per delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione, al riciclaggio di veicoli e all’estorsione di somme di denaro ai danni delle vittime con il “cavallo di ritorno” con a capo il 31enne napoletano Luigi Mele alias “Gino” che insieme al 50enne Vincenzo Bruno detto “Piscione” gestiva il gruppo organizzato in due squadre che aveva messo a segno numerosi furti tra Quarto, Pianura, Soccavo, Pozzuoli e Napoli.

 

Arresti furti d'auto (10)
Gli arrestati vengono portati via dai carabinieri

NUOVI PARTICOLARI – Intanto nuovi particolari emergono dalle 320 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Napoli Umberto Lucarelli che descrive l’esistenza di due nuclei criminali, una regia che coordinava ladri di auto, officine per lo smontaggio dei veicoli rubati, esperti di elettronica per la disattivazione dei codici-chiave, “segnalatori” di veicoli da rubare, addetti ai rapporti con le vittime dei furti e alla richiesta di soldi. In particolare l’episodio di un furto con cavallo di ritorno di una Fiat 500, modello di auto particolarmente “richiesto” la cui vittima era stata costretta a pagare 700 euro per riavere la propria auto dopo ottenuto uno “sconto” di 250 euro a fronte dell’iniziale richiesta di 950. In un’intercettazione il 50enne Vincenzo Bruno parla con il 45enne Giuseppe Maresca del guadagno ottenuto proprio dalla cessione della cinquecento. “Hai capito? Ti ha dato i soldi quello? Ti ha pagato tutte e tre le macchine?” chiedeva Bruno dal letto dell’ospedale in cui era ricoverato “E no una l’abbiamo data indietro” rispondeva l’interlocutore. “Non ti hanno dato nulla?” Mi hanno dato settecento euro”.

 

LE INTERCETTAZIONI – “Piscione” fu arrestato in flagranza di reato nel marzo del 2013 dai carabinieri di Pozzuoli e Quarto sorpreso con un altro uomo in un garage ricavato all’interno di un rudere di campagna in via Sartania a Napoli mentre stava smontando e tagliando, con una lancia termica, un fiat Idea rubata poche ore prima. In quel luogo i militari trovarono anche Piaggio Porter rubato il mese precedente e ben sei blocchi motore. I componenti della banda utilizzavano nomi in codice come nel caso delle “pennette” termine adoperato dal 23enne Francesco Di Costanzo detto “Micillo” nei confronti del Guru, Luigi Mele, per chiedere il compenso in seguito alla consegna di un’auto rubata. Mele, dopo essersi accertato dai suoi uomini di aver ricevuto il veicolo da ‘O Micillo, ordinerà loro di “Farla raso terra”. “Noi stiamo aspettando a Miao che viene” dice un complice a Gino che risponde “Ancora non deve venire questo scemo?”  e la risposta “E’ andato lui e il socio a prenderla” poi il consiglio ai suoi uomini “Ah.vabbuò…guardatela bene….e datevi un occhio indietro”