POZZUOLI/ La storia di «Biondo l’anarchico», il cane più amato dai puteolani
POZZUOLI – Vive da sempre tra i giardini del Tempio di Serapide e il porto, in compagnia di Cristina la gatta e del gabbiano Zuppariello. Non disdegna la compagnia degli umani, che gli portano pasti completi e gustosi, lo liberano dalle “grinfie” dei vigili cinofili quando finisce nei pasticci, lo curano se si ammala. Biondo è grato a tutti, ma se si chiama “l’anarchico” un motivo ci sarà: questo fiero meticcio, infatti, adora la sua libertà conquistata a caro prezzo, e non vi rinuncia per nessuna comoda cuccia al mondo.
I “PROTETTORI” – Persino quando il gruppo di puteolani che lo accudisce – Massimiliano, Giulia, Michelangelo, Bruno, Raffaele e tanti altri amici – ha organizzato, pochi giorni fa, una colorata festa di compleanno per i suoi 18 anni (ma è probabile che sia molto più vecchio) presso l’associazione San Marco, sulla spiaggetta di fronte al Macellum dove fu trovato assieme alla madre e alle sorelline (fu l’unico a sopravvivere della cucciolata), Biondo cercava sempre la via di “casa”. Non senza però aver prima assaggiato la torta preparata in suo onore; perché va bene l’anarchia, ma a un buon piatto non si dice mai di no, con eleganza e senza troppe moine. Il suo distaccato contegno incute rispetto, a dispetto della zoppia che lo disturba sin da cucciolo, quando umani dementi lo investirono fratturandogli una zampa, rendendolo claudicante per sempre.
LA STORIA – Quante ne ha passate, Biondo: maltrattamenti inenarrabili, accalappiacani, mesi in “galera”, crudeltà inaudite. Per fortuna i suoi amici adoranti sono sempre accorsi in suo aiuto, salvandolo da disavventure e brutte situazioni, come quella volta che in canile volevano sopprimerlo perché anziano. Purtroppo chi lo vede aggirarsi nei dintorni del sito archeologico, e non conosce la sua storia, spesso segnala alla Asl la presenza. Ma ogni volta Biondo torna, perché il gruppo dell’associazione “METAA Liberi” (movimento etico tutela ambiente e animali liberi) se lo va a riprendere, pure in piena notte. La remissione sul territorio è possibile quando l’animale è compatibile con la comunità, e lui lo è, eccome (semmai sono gli umani, spesso, poco compatibili persino con i loro simili …ma questa è un’altra storia).
MASCOTTE – Quattro anni fa, però, l’anarchico se la vide davvero brutta: restò “in galera” ben un mese. Era depresso, sbatteva la testa contro il muro, non voleva contatti. I cittadini della “sua” zona si ribellarono e lo salvarono, per un pelo, grazie a una pratica di adozione, che però resterà solo una formalità: Biondo, infatti, non “è” di nessuno, perché non ha – e non vuole – padroni. Appartiene semmai a Pozzuoli, dove tutti sanno chi è, dove c’è sempre qualcuno a preoccuparsi per lui. Per i puteolani è una vera istituzione, guai a chi lo tocca. Non si fa avvicinare solamente perché ha il dna dei randagi, costretti a proteggersi con la diffidenza dalle nefandezze di uomini stupidi e crudeli. L’estate scorsa ancora una traversia: dopo l’ennesima cattura e le vigorose proteste di Michelangelo, Bruno, Massimilano e Rosaria, la “mascotte” del Macellum torna a casa, stavolta malato e con una zampa piena di vermi.
LE CURE – I suoi amici umani lo curano con amore, dandosi il cambio giorno e notte, seguendo – per l’emergenza dei primi momenti, in piena notte – le istruzioni date al telefono dal veterinario: antibiotico, iniezioni, antiparassitari. «Lo lasciammo avvolto tra le copertine, all’alba Michelangelo era già lì a controllarlo – racconta Giulia D’Oriano -. Pensavamo di trovarlo morto, ma combatteva. Lo portammo in casa di Michelangelo per accudirlo al meglio, gli facevamo compagnia fino all’una di notte, come dei vecchi amici del bar. Ma appena ha potuto, dopo 15 giorni, se ne è andato. Vederlo affermare questo desiderio di libertà con tutte le sue forze ci commuove. E’ risalito dalla morte più volte e, quando sarà, lo accompagneremo serenamente senza farlo sopprimerle».
LA LIBERTA’ – Tutti i randagi puteolani, per tradizione lasciati liberi e accuditi a distanza dai residenti, sono morti di vecchiaia, in pace. «La libertà non ha prezzo – ribadisce Giulia -. Un cane nato in strada soffrirebbe se chiuso in casa. E la gente dovrebbe tornare ad accettare il fatto che alcuni animali possano vivere liberamente, senza averne paura, come purtroppo sempre più spesso accade». Giulia parla innamorata di Biondo e del suo “sguardo languido”; se lo porta al mare, a passeggiare, monitora costantemente la sua salute tramite una chat coi residenti. Gli ha persino dedicato un blog su Facebook, che omaggia con video e foto il cane più famoso e amato di Pozzuoli. Alla sua festa dei 18 anni hanno partecipato almeno 50 persone, con bambini e cani, tantissimi i regali (dell’ottima pappa). «Una raccomandazione: lasciate Biondo dov’è», prega Giulia, che nei giardini del Tempio di Serapide ha affisso un chiaro avviso: «Qui vive Biondo l’anarchico, cane libero e accudito, con la gattina Cristina e il gabbiano Zuppariello». Biondo – lo ricordiamo – è castrato, microchippato e riceve la profilassi antiparassitari. E’ ben accudito, ha molti tutor responsabili che si occupano di lui, facendolo mangiare e bere in punti ben precisi; ha anche una cuccia ben posizionata e accogliente, con tutti i comfort. «E’ schivo e sfuggente, direi a giusta ragione, per cui vi supplico di non allertare i soccorsi solo perché non risponde ai vostri richiami o se lo vedete dormire o se lo vedete zoppicare. Ha sempre vissuto la sua vita da ANARCHICO LIBERO, e ci batteremo fino alla fine per assicurargli sempre il suo posto ai giardinetti del Tempio di Serapide».