POZZUOLI/ Firme false alle elezioni comunali di Pozzuoli, tutti assolti in primo grado
POZZUOLI – Tutti assolti: si conclude così il processo di primo grado nato da un’inchiesta che aveva fatto emergere firme false a sostegno di partiti e civiche alle elezioni comunali del 2017 di Pozzuoli. Alla sbarra Roberto Gerundo, ex assessore all’Urbanistica del Comune di Pozzuoli (assistito dall’avvocato Luigi De Vita); Lydia De Simone (difesa dall’avvocato Amerigo Russo); Sandro Cossiga (assistito dall’avvocato Fabio Grieco); Antonio Di Bonito (difeso dall’avvocato Santoianni); Guido Iasiello (assistito dall’avvocato Mattia Floccher); Michelangelo Luongo (assistito dall’avvocato Luigi De Vita); Enrico Russo, ex presidente del consiglio comunale (assistito dall’avvocato Antonio Tufano). Non si è proceduto nei confronti dell’ex consigliere comunale Tito Fenocchio, deceduto lo scorso anno. Il pubblico ministero, durante la requisitoria, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, accusati di concorso in falso ideologico e materiale, reato commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. Il giudice Paolelli della sesta sezione penale del Tribunale di Napoli ha accolto invece la tesi difensiva presentata dagli avvocati, che hanno smontato la consulenza tecnica grafologica sulle firme contestate disposta dal pubblico ministero, dimostrandone la poca esaustività, ed ha assolto con formula piena tutti gli imputati.
L’INCHIESTA- Nel mirino degli inquirenti erano finite 11 liste, 42 firme e 35 firmatari. In particolare a Cossiga sono state contestate 18 firme apposte su 4 civiche a supporto della propria candidatura; a De Simone 4 firme per i Verdi (centrosinistra); Di Bonito rispondeva per una firma alla lista del Movimento 5 Stelle; Fenocchio per 8 firme, di cui 3 autenticate per Campania Libera (centrosinistra) e 5 per Protagonismo Sociale, quest’ultima in appoggio al candidato sindaco Maurizio Orsi; l’assessore Gerundo per 2 firme che avrebbe validato per conto del Centro Democratico (centrosinistra); Iasiello per 4 firme validate per conto di Forza Italia che candidava Pasquale Giacobbe a sindaco; Luongo per 3 firme autenticate per conto di Idea Pozzuoli (centrosinistra); Russo per 2 firme raccolte per Campania Libera. Inoltre 7 firme figuravano in calce a due liste diverse (quando la norma consente di poterne apporre una sola): 4 erano risultate riconducibili a Cossiga, 3 a Fenocchio, 1 agli altri imputati, eccetto la De Simone.