Close
Cronaca Pozzuoli Primo Piano

POZZUOLI/ È uscito dal carcere dopo 13 anni Leonardo “u chiattil”, uomo di fiducia del boss Beneduce

POZZUOLI/ È uscito dal carcere dopo 13 anni Leonardo “u chiattil”, uomo di fiducia del boss Beneduce
  • Pubblicato4 Giugno 2023

POZZUOLI – E’ uscito dal carcere Leonardo Avallone, 59 anni, detto “u chiattil”, storico volto della camorra puteolana. È uscito in licenza finale di esperimento la sera del primo giugno, anticipando di un mese e mezzo i tempi di fine casa lavoro dove si trovava da oltre un anno.

L’ OPERAZIONE – Arrestato nel 2010 nella maxi operazione “Penelope”, Avallone era stato condannato a 12 anni e 8 mesi (14 anni in primo grado) per associazione a delinquere con l’aggravante della modalità mafiosa: era uno dei capi alle dirette dipendenze del boss di Pozzuoli Gaetano Beneduce. Successivamente fu destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per estorsione ai danni dei titolari di un bar e un hotel di Pozzuoli, costretti a dare per tre volte l’anno i soldi al clan di cui faceva parte “u chiattil”.

GLI OMICIDI – A Leonardo Avallone la camorra ha ammazzato due fratelli durante le faide tra gli anni novanta e duemila. Il primo è Pietro, guardaspalle di Giovanni Di Costanzo, ucciso nella strage del circolo  Canottieri di Napoli. L’altro è Arturo, ammazzato successivamente nel Rione Toiano. Leonardo Avallone aveva un legame con  il boss Salvatore Bellofiore detto “o biondo”, trucidato nella strage di Toiano insieme a Domenico Sebastiano; dopo la morte dei due passò nelle file del clan Beneduce a cui il boss gli affidò, tra le altre cose, il compito di distribuire le settimane agli affiliati. Insieme a lui, durante l’operazione Penelope, fu arrestato il fratello Vittorio anch’egli tornato da qualche anno in libertà.

SOLDI AI DETENUTI –  Di Leonardo parlò nel gennaio 2009 il pentito Francesco De Felice che ricorda un episodio che lo fece particolarmente “infuriare” mentre si trovava in carcere «Ce l’avevo a morte con lui, non solo perché faceva parte del gruppo Beneduce, ma anche perché per il passato si era sempre comportato male con i detenuti. Una volta mi ricordo che mi inviò 400 euro falsi. – poi è lo stesso pentito a chiarire il “ruolo” di Avallone nel clan –  Dopo gli arresti del 2003, infatti, l’Avallone aveva anche il compito di portare i soldi ai carcerati per conto del Beneduce».